Questo pomeriggio Aristide Massardo, candidato alla presidenza della Regione Liguria con il sostegno di Partito Socialista, Italia Viva e + Europa, ha fatto tappa a Imperia.
Prima di una passeggiata con amici e simpatizzanti in Calata Cuneo, Massardo ha risposto alle domande dei cronisti.
Nel corso dell’intervista Massardo, 66 anni, ex preside di Ingegneria all’Università di Genova, ha toccato vari temi, tra cui le recenti dichiarazioni di Ferruccio Sansa, candidato espressione di Pd, M5S e Sinistra Italiana, che ha lanciato un vero e proprio appello agli elettori di Massardo (“le mie porte sono aperte” e “chi vota Massardo ha trovato un modo nobile per votare Toti”).
Regionali 2020: Aristide Massardo a Imperia
Come ha reagito all’appello di Sansa ai suoi elettori?
“Credo che Sansa abbia commesso un errore di presunzione e questo non è il modo di comportarsi. Quando ci siamo incontrati abbiamo sempre parlato di avere una visione politica molto etica. Questo non è un modo etico, io non andrò mai a dire ai suoi elettori di votare per me.
Se vogliamo continuare in questa direzione, ci attrezzeremo per rispondere adeguatamente alle sue dichiarazioni. Credo che non sia necessario rispondere.
A Sansa, a differenza di quello che ha detto Toti che gli ha fatto le condoglianze, vorrei fare gli auguri”.
Cosa risponde a chi sostiene che la spaccatura Sansa-Massardo regalerà la vittoria a Toti?
“Non è così, è la scelta Sansa che regala la regione a Toti. Schiacciandosi sulla sinistra estrema non c’è alcuna possibilità di battere Toti.
È inutile che cerchino di ascrivere al sottoscritto questa spaccatura. È una scelta che hanno fatto i 5 Stelle, sbagliando completamente questa scelta.
Sansa è inutile che cerchi di scaricare sugli altri il problema che hanno generato loro stessi”.
Qual è la base del vostro programma elettorale?
“È l’agenda 2030 dell’Onu. Noi riteniamo che la sostenibilità debba essere messa al centro del futuro di questa regione in tutti i sensi.
Sostenibilità vuol dire ad esempio aiutare il terzo settore, che diventa un elemento fondamentale per combattere la criminalità. Dove c’è un terzo settore funzionante la criminalità ha più difficoltà a svilupparsi”.
Sta girando la Liguria in treno, come si è trovato?
“Ieri sono stato a La Spezia, mi sono trovato molto meglio. A parità di chilometri ci ho messo la metà del tempo.
Il problema è che le infrastrutture ferroviarie sono state lasciate a loro stesse per tantissimo tempo privilegiando quelle autostradali. Adesso scopriamo che anche quelle autostradali non sono sufficienti.
Il discorso infrastrutturale deve essere fatto in maniera decisa, risolvendo alcuni dei problemi che sono rimasti irrisolti. Soprattutto anche grossi progetti che hanno ormai 50 anni di vita.
Il raddoppio della linea ferroviaria è sicuramente una necessità. Non posso immaginare che in questo periodo un’area così importante per questa regione venga raggiunta con un treno a binario unico.
Queste cose succedono in aree depresse come la Puglia. Non posso immaginare che per andare da Genova in Francia, dobbiamo usare un binario unico, è una cosa inusuale e assolutamente fuori luogo in questo momento”.
La vostra posizione sulla sanità?
“Il problema della sanità va analizzato non soltanto in maniera locale, ma va analizzato a livello generale e globale.
Ci sono due aspetti, uno è l’organizzazione della sanità, Alisa che è stato un fallimento completo. Abbiamo scelto dei commissari, non abbiamo mai avuto un direttore e questo commissario ha dimostrato la sua inadeguatezza completa.
L’altro aspetto riguarda l’infrastrutturazione ospedaliera. L’ospedale unico del ponente è un problema che non è ancora stato risolto , nel ponente genovese siamo allo stesso punto.
È un problema che va affrontato in maniera globale per dare una risposta alle persone.
L’altro aspetto importante della sanità è l’aspetto territoriale. Il Covid ha dimostrato che non si deve portare il malato in ospedale, ma lo si deve curare a casa il più possibile, altrimenti si infettano gli ospedali e non si possono fare tutte le attività che sono state sospese dal punto di vista chirurgico.
Questo è un problema veramente grave che noi dobbiamo risolvere. La sanità che consuma i 3/4 del bilancio regionale, 4 miliardi e rotti, deve essere attenzionata con grande disponibilità, da parte delle forze politiche, a discutere e affrontare il problema.
I liguri hanno bisogno di una sanità pubblica, forte, che sia in grado di risolvere i loro problemi, dagli anziani ai più giovani.
Ospedale unico nell’imperiese, è d’accordo?
“Io penso che possa essere una soluzione adeguata. Sul discorso della localizzazione ovviamente ci sono diverse opinioni, ma è un tema che stiamo affrontando”.
Cosa c’è da migliorare in Liguria per quel che riguarda l’università?
“Il problema dell’università in Liguria è un problema abbastanza complesso. Io me ne sono occupato negli anni passati facendo diventare il Polo di La Spezia il polo più importante d’Europa. Su Savona abbiamo lavorato, abbiamo fatto la parte dell’energia.
Su Imperia ci sono state delle scelte che forse non sono state le migliori. Credo che meriti una maggiore attenzione. Che venga portato qui, a Imperia o a Sanremo tutto quello che riguarda il turismo.
Credo che il turismo sia un punto fondamentale che deve essere riportato in questa area. anche la laurea magistrale che si trova a Savona deve essere riportata qui.
Credo anche che qui dovremmo creare una eccellenza dell’agroalimentare. Credo che l’agroalimentare qui possa veramente dare una risposta a tante delle esigenze che vengono fuori sulla sostenibilità alimentare.
Una delle cose che abbiamo proposto nel nostro programma è una Liguria a km zero. L’agricoltura vicina ai consumatori. Questo non è soltanto il bene dell’agricoltore, ma è anche il bene della nostra salute. Questo è veramente importante per quel che riguarda la sostenibilità alimentare”.
Una parola sul Governatore uscente Toti?
“Toti è una persona che ha avuto la capacità di essere molto presente a tantissime inaugurazioni. Credo che da genovese, da ligure, sono abituato a fare le cose e meno ad apparire. Siamo più per la sostanza e meno per la forma.
Credo che ci sia stato un rallentamento su molte delle cose che non sono state fatte. Penso che sia necessario migliorare molto la produttività e non gestire soltanto le emergenze . Noi viviamo di emergenza perenne in questa regione.
Penso che dobbiamo guardare avanti e mettere insieme un sistema che possa ad esempio gestire il dissesto idrogeologico in maniera unitaria su tutta la regione , invece che subire sempre. Lavorare in emergenza vuol dire lavorare in modi non sempre adeguati anche dal punto di vista di come si spendono i soldi dei cittadini”