“Se l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale era quello di iniziare la riqualificazione di Castelvecchio, aggredito dal peso di nuove e vecchie infrastrutture e soffocato da aree degradate ed abbandonate , con l’intervento in fase di realizzazione nella rotonda all’uscita del casello di Imperia est è , a parere della scrivente, un intento mancato, anzi una solenne “cantonata”.
Queste le parole di Gabriella Badano, esponente politico del centrosinistra a Imperia, in merito alla riqualificazione della zona di Castelvecchio, compresi i lavori di rifacimento della rotonda, nei pressi dell’incrocio con lo svincolo di Imperia Est.
Riqualificazione rotonda Castelvecchio: “una solenne cantonata”
“Un buon progetto nasce da un’accurata analisi del territorio in cui si colloca e dai bisogni di quanti lo vivono e lo vivranno. L’inserimento paesaggistico anche di una piccola infrastruttura stradale come una rotonda , può essere l’occasione, come dimostrano i progetti realizzati in molte città italiane ed europee di arricchire il territorio con trame verdi urbane, essenziali per la qualità urbana e il benessere.
Si recuperano piccole aree, spesso sottratte al cemento e all’asfalto, di modesta entità ma di notevole importanza paesaggistica , in quanto, se utilizzate al meglio, possono fornire l’opportunità di introdurre in città angoli di verde, che formino macchie di colore, laddove, prima prevaleva il grigiore dell’asfalto. Alberi, arbusti e piante, anche in piccole aree diffuse sul territorio, dico un’ovvietà, filtrano gli inquinanti, riducono le polveri sottili, producono ossigeno, immagazzinano anidride carbonica, mitigano il microclima e, non ultimo definiscono bellezza e qualità urbana.
Nel presentare l’intero progetto di riqualificazione dell’area di Castelvecchio, rotonda, “parco Castelvecchio” e area tra cimitero ed autostrada, il Sindaco Scajola sottolineò che avrebbe dovuto essere un “degno biglietto da visita per chi giunge in città”. Che biglietto da visita! Pietre, cemento e verde sintetico!
Se si voleva mantenere l’identità del nostro paesaggio urbano si potevano utilizzare specie erbacee , arbusti ed essenze tipiche della nostra macchia mediterranea o del nostro habitat collinare olivato, una infrastruttura verde alternativa all’infrastruttura grigia realizzata .
Una città che si vorrebbe green e sostenibile in cui si impermeabilizzano le aree invece che naturalizzarle, si copre il terreno con una croce di verde sintetico, perimetrato di rosso e di bianco, uno spazio desolato in cui si perdono, solitari, tre alberi di olivo : non c’è peggior modo di ricordare il passato sabaudo e genovese!
L’assessore Gandolfo, nella presentazione del progetto, disse di ” aver scelto di non piantumare eccessivamente” ( 3 olivi!) evitando in anticipo costi di manutenzione che sarebbero stati eccessivi da sostenere”.
Sono certa che il progettista, indicato dal Sindaco come “ uno dei più grandi progettisti della provincia” conosca operazioni d’impianto con tecniche costruttive, uso di materiali rustici, substrato di terreno, strati di copertura, tecniche colturali e accorgimenti economicamente ed ecologicamente sostenibili, in cui vegetazioni di varia natura possono sopravvivere senza una particolare cura del manutentore , che consentano la realizzazione di rotonde e aiuole con vegetazione a bassa manutenzione, come “paesaggi di molte rotatorie” italiane ed europee testimoniano.
Utilizzare il verde nella progettazione di un luogo aiuta a cambiare la nostra percezione dello spazio . Un ‘opportunità che non è stata data , un’occasione persa”.