“Mi chiamo Leonardo, ho 20 anni, sono uno studente, un lavoratore e un ragazzo trans”. Così si presenta Leonardo Borgo, sanremese di nascita e ora, da quasi 2 anni, a Firenze per studio e lavoro. Leonardo è un ragazzo trans, ovvero è nato in un corpo di genere femminile, ma si identifica nel genere maschile.
Un ragazzo qualunque che insegue i suoi sogni e studia per realizzare progetti di vita, ma allo stesso tempo invisibile per la società, che ancora non riconosce o nega di riconoscere l’esistenza delle persone transgender, con una serie di conseguenze negative, spesso drammatiche, sulla vita delle persone.
L’ultimo episodio, che ha scosso tutta l’Italia, è quello di Maria Paola Gaglione, morta lo scorso 12 settembre nel napoletano cadendo dalla moto, su cui viaggiava insieme al suo compagno trans Ciro, nel corso di un inseguimento da parte del fratello della ragazza, Michele Gaglione, che non accettava la loro relazione, ora accusato di omicidio preterintenzionale aggravato.
Cosa c’è alla base di questi episodi di violenza? Cosa vuol dire essere trans? Cosa deve affrontare ogni giorno una persona trans nella società di oggi? Quanto è difficile fare coming out? Cosa comporterebbe una legge contro l’omotransfobia?
Ospitati dal Mia Arcigay di Imperia e Sanremo, abbiamo incontrato Leonardo e insieme a lui abbiamo affrontato questi temi, partendo dal presupposto che un argomento smette di essere un tabù solo parlandone.
“Alla base della violenza c’è la paura del diverso, la paura di qualcosa che non si capisce – ha affermato Leonardo – È più comodo evitare di parlare di queste cose, perchè altrimenti si dovrebbe ammettere che in Italia c’è un problema di transfobia. Così, diventiamo persone invisibili”.
Ecco l’intervista a Leonardo:
Gaia Ammirati