23 Novembre 2024 02:17

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23 Novembre 2024 02:17

Qualità dell’aria: Legambiente boccia Imperia con un tre in pagella/Il dossier

In breve: Legambiente boccia Imperia sulla qualità dell'aria, con un tre in pagella. Questo l'esito del report  Mal’aria edizione speciale.

Legambiente boccia Imperia sulla qualità dell’aria, con un tre in pagella. Questo l’esito del report  Mal’aria edizione speciale.

Qualità dell’aria: lo studio di Legambiente. Giudizio negativo per Imperia

La Liguria, in generale, rimedia una netta bocciatura. I quattro capoluoghi risultano tutti insufficienti per quel che riguarda la qualità dell’aria. Oltre a Imperia (3), male anche Genova (3) e La Spezia (4). La migliore è Savona (5).

“Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute? – si legge nell’introduzione dello studio – Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, unito alla difficile ripartenza dopo il lockdown in tempo di Covid, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare. A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale nel quale l’associazione ambientalista ha stilato una pagella sulla qualità dell’aria di 97 città italiane sulla base degli ultimi 5 anni – dal 2014 al 2018 – confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili e del biossido di azoto, con i rispettivi limiti medi annui suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Limiti quelli della OMS che hanno come target esclusivamente la salute delle persone e che sono di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea e il quadro che emerge dal confronto realizzato da Legambiente è preoccupante: solo il 15% delle città analizzate ha la sufficienza contro l’85% sotto la sufficienza.

I giudizi che ne seguono per le 97 città analizzate sono il frutto quindi del ‘rispetto’ o ‘mancato rispetto’ del limite previsto per ciascun parametro (inteso come concentrazione media annuale) rispetto a quanto suggerito dall’OMS per ogni anno analizzato. Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente e si tratta di Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Nuoro, Verbania, Grosseto e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6). 

La maggior parte delle città invece sotto la sufficienza (l’85% del totale) – conclude lo studio – sconta il mancatorispetto negli anni soprattutto del limite suggerito per le polverisottili (Pm10, Pm2,5). Fanalini di coda le città di Torino,Roma,Palermo, Milano e Como”.

Inquinamento dovuto alle auto

“Gli studi sempre più approfonditi di enti di ricerca, Agenzie di Protezione per l’Ambiente (ARPA) e delle comunità scientifiche internazionali – precisa Legambiente – convergono nel dire che, a livello urbano, l’inquinamento atmosferico è dovuto prevalentemente dal ‘trasporto su strada’, ovvero dalle auto. Nonostante ogni anno frotte di politici, assessori e amministratori improvvisati scienziati provino a dare la colpa alle ‘biomasse’ per non colpire il settore dell’automobile, la verità è questa. 

Gli altri settori (i riscaldamenti appunto, ma anche le industrie e l’agricoltura su tutte), hanno sicuramente le loro responsabilità e contribuiscono anch’esse all’inquinamento atmosferico nel nostro Paese, ma il loro ruolo inizia ad essere più rilevante su una scala più ampia, regionale o nazionale, mentre nelle città il contributo più determinante all’inquinamento è dovuto al traffico”.

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