Un senegalese e tre italiani da Genova a Roma per partecipare alla popolare trasmissione televisiva “Italia’s Got Talent”. Fin qui nulla di particolarmente eccezionale, se non fosse che i tre sono tutti detenuti nel carcere genovese di Marassi e la trasferta a Roma l’hanno fatta sotto scorta della Polizia penitenziaria e ovviamente a spese dello Stato, che attualmente e temporaneamente li “ospita” nel carcere di Rebibbia.
Il cittadino senegalese fu arrestato nel 2015 per un omicidio avvenuto nei vicoli del centro storico di Genova, negli ambienti dello spaccio della droga. I tre italiani sono invece finiti dietro le sbarre per spaccio di droga, truffe e bancarotta. Sarebbero però detenuti modello e impegnati da tempo nelle attività del teatro del carcere di Marassi. Il loro spettacolo, che porteranno appunto in tv, è incentrato sulla poesia parafrasata.
Manco a dirlo, la vicenda della trasferta televisiva dei quattro detenuti da genova a Roma ha scatenato non poche polemiche. A cominciare da esponenti dei sindacati della Polizia penitenziaria. Roberto Rocco Meli dell’Osapp ha chiesto alla Direzione del carcere genovese di Marassi e al Dipartimento della Giustizia quali valutazioni siano state fatte su questo trasferimento sia dal punto di vista economico, che da quello della sicurezza e ha anche chiesto chiarimenti in merito al sicurezza dal punto di vista sanitario per il rischio di contagi da Covid 19. Sulla stessa scia anche Fabio Pagani, segretario regionale ligure della Uil Pa Penitenziaria.
Sul fronte politico, il leader della Lega Matteo Salvini, ha subito annunciato un‘interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Bonafede e ha bollato l’iniziativa come “scellerata, un insulto ai poliziotti e a tutti gli italiani”.
La Onlus Teatro Necessario, che gestisce il Teatro dell’Arca del carcere di Marassi, ha fatto sapere che la partecipazione dei detenuti al programma televisivo, che sarà in onda il prossimo 6 gennaio su Italia Uno, fa parte di un percorso di rieducazione ed è stato approvato dai giudici competenti. Inoltre, sempre secondo la Onlus, tutte le spese di trasferimento sono a carico della produzione del programma televisivo.
A cura di Andrea Pomati