26 Dicembre 2024 01:30

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Altri cinquanta giorni di “agonia” per il porto turistico di Imperia. Capacci chiamato in causa dal Tribunale e dal “Feroce Saladino”

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Il bianco e il nero, il giorno e la notte, la Procura e il Tribunale di Imperia. Il collegio, composto dai giudici Francesco Pinto, Marina Aicardi e Ottavio Colamartino, ha concesso alla Porto di Imperia Spa una proroga di oltre un mese, sino al 31 luglio, per presentare la documentazione mancante alla pratica di concordato preventivo attivata dall’ex amministratore giudiziario Dante Benzi e proseguita dall’attuale amministratore unico Giuseppe Argirò, insediatosi circa 5 mesi fa.

I giudici hanno concesso altri cinquanta giorni affinché la società presenti al collegio il bilancio 2011 approvato dai soci e la documentazione che comprovi lo stato delle trattative e degli accordi raggiunti con le banche che hanno stanziato i finanziamenti all’Acquamare srl. Ci si chiede perché tale documentazione non sia stata presentata prima ma sopratutto perché al 21 giugno 2013 il bilancio del 2011 non sia stato ancora approvato.

Il collegio giudicante nella sua relazione non avrebbe fatto riferimento alla richiesta, bene motivata, avanzata dalla Procura di Imperia di non ammissibilità del concordato preventivo. Probabilmente lo farà in un secondo tempo, chissà. 

Il Tribunale, inoltre, ha evidenziato l’opportunità che la neo amministrazione prenda una posizione chiara sulla vicenda vista la sua duplice veste, quella di socio della Spa e quella di concessionario della concessione demaniale. Il sindaco Carlo Capacci, ancora ieri, ad Imperia Tv ha dichiarato che il futuro della società è in mano al Tribunale di Imperia, chiamandosene fuori. La posizione di Capacci, potrebbe essere espressa durante la prossima assemblea dei soci nella quale verrà chiesta l’approvazione del bilancio, cosa che il Comune si guarderà bene dal fare.

Ma Capacci, a 10 giorni dalla sua elezione, non si è ancora espresso sulla gestione della società da parte di Argirò. Il neo sindaco, a parte la cena nell’entroterra di Albenga con l’amministratore unico della Porto di Imperia Spa al fine, disse lui, di prendere informazioni sul concordato preventivo, ad oggi, non si è ancora espresso sul lavoro svolto dall’ex direttore di Confindustria nominato, lo ricordiamo, dai due soci privati, ma sopratutto non si è ancora pronunciato sulla vicenda che vede Argirò indagato con l’accusa di “concussione per induzione” nella sua veste di amministratore della società pubblica, al 33% del Comune, Porto di Imperia Spa.

È davvero nell’interesse del Comune e della città di Imperia, oltre che dei proprietari dei posti barca, permettere che la gestione Argirò continui? Ai giudici, ma non solo a loro, l’ardua sentenza.

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