“C’è poco da dire e molto da fare” dice il Parroco di Aurigo, Don Jean Pierre Vinciguerra. Oltre alla sua automobile, distrutta dalla violenza delle “ciappe” d’ardesia crollate, alle infiltrazioni nella casa canonica e in numerose case del paese, è proprio la chiesa parrocchiale a contare i danni più ingenti.
Maltempo: Aurigo, gravi danni alla Chiesa
Una lastra d’ardesia ha sfondato una finestra dell’abside, rovinando gli stucchi barocchi e riempiendo il presbiterio di fango. Il tetto della chiesa è scoperchiato in molti punti, per cui la volta è direttamente esposta alle piogge che, in questi momenti, hanno cominciato nuovamente a scendere.
“La volta della chiesa – prosegue Don Vinciguerra – , già crollata e ricostruita in seguito al terribile terremoto di Bussana del 1887, è esposta alle intemperie. Nella mattina di sabato 3 ottobre, la navata era anche piena d’acqua, proveniente dalla volta stessa, dalla finestra sfondata e dalle altre numerose vetrature frantumate dalla furia del vento. Di fronte a tutti questi danni, non mi preoccupa la distruzione della mia auto.
Le infiltrazioni coinvolgono tutta la chiesa, l’abside, la sacrestia restaurata negli ultimi anni, i vani accessori. Le lastre d’ardesia, cadendo, hanno anche sfondato i travetti di legno di alcune porzioni del tetto; per non parlare del magnifico crocifisso seicentesco dell’altare maggiore, che presenta già pericolosi segni di rigonfiamento, e dell’orologio del campanile, che ha smesso di funzionare perchè le lancette sono state piegate dal vento.
Per ora, non posso che ringraziare gli aurighesi che, ancora una volta, hanno dimostrato un grande senso di comunità: le signore del paese, che mi hanno aiutato a ripulire l’intera chiesa dal fango e dall’acqua, ed i ragazzi e gli uomini di Aurigo, che sono saliti sui tetti della chiesa ed han tentato di rattoppare il problema, ove possibile, rimettendo le tegole…
Ma questo purtroppo non basta, ed abbiamo cominciato a chiedere aiuti e sostegni. Aurigo è una parrocchia che gode di un’altissima partecipazione, forse la più elevata della Valle Impero, ma i danni sono troppo grandi per potercela fare da soli. Non possiamo permetterci di lasciare la volta della chiesa alla mercè dei fenomeni atmosferici, con il rischio che gli stessi possano influire sulla staticità dell’intero edificio.”