“Quando si parla di ‘tornare alla normalità’, a quale ‘normalità’ ci si riferisce?”. Questa l’amara riflessione di Fulvio Fellegara, segretario provinciale di CGIL Imperia, commentando il report annuale sull’andamento economico e occupazionale dell’imperiese, che ha delineato un quadro drammatico sotto diversi punti di vista, dall’occupazione al livello d’istruzione, dal calo demografico alla povertà.
La presentazione dell’analisi, svoltasi oggi presso la sede di via De Sonnaz, che ha trattato i dati a consuntivo del 2019 e i primi indicatori del 2020, è stata a cura del Responsabile Ufficio Economico CGIL Liguria, Marco De Silva.
Ad assistere alla conferenza, anche i due neoeletti consiglieri al Consiglio regionale Enrico Ioculano e Gianni Berrino.
Lavoro, demografia, povertà e istruzione: i dati in provincia di Imperia
Sono in particolare quattro gli aspetti più preoccupanti che emergono dai dati del report, la crisi nell’occupazione, il calo demografico, la povertà del territorio e l’abbassarsi del livello d’istruzione.
Occupazione
Considerando i dati disponibili al 2019, la provincia di Imperia, rispetto al 2011, ha perso 8.321 occupati (- 9,5%). I lavoratori di sesso maschile sono diminuiti dell’11,9%, quelli di sesso femminile dell’11%. Il tasso della disoccupazione nel 2019, rispetto all’anno precedente, è critico (13,6%). È il più alto della Liguria (media ligure 9,6%).
“Osservando i primi indicatori del primo semestre del 2020, rileviamo che, in Liguria, abbiamo perso 136 mila posti di lavoro indipendente – ha spiegato Fellegara – la situazione è drammatica. L’estate ha portato un po’ di respiro perché ha retto il turismo di vicinato, ma è un turismo che ha una capacità di spesa minore rispetto al turismo dall’estero. L’autunno che sta iniziando non avrà nemmeno più il turismo di vicinato e, in aggiunta, c’è la perdita dei turisti svizzeri e francesi, che rappresentavano la componente più importante del turismo ligure per il periodo non stagionale”.
Demografia
Per quanto riguarda la demografia, nel 2019 i dati erano stabili, mentre nel 2020 c’è stata un’ulteriore decrescita. In provincia, rispetto a 6 anni fa, ci sono 3.748 residenti in meno. Questo perché ci sono meno nascite e maggiori flussi verso l’estero. È come se si fosse persa una città della grandezza di Ospedaletti, e il calo demografico continua.
Povertà
In provincia di Imperia sono stati pagati redditi e pensioni di cittadinanza a 9.609 persone, ovvero il 4,5% della popolazione residente, il doppio di La Spezia (2,77%). La media dell’importo mensile è di 508 euro (molto più alta rispetto alla media della Liguria). Questo significa che un numero più alto di poveri rispetto al resto della regione e che sono in una condizione economica peggiore degli altri.
Istruzione
Il tasso di abbandono scolastico della provincia di Imperia è il più elevato della regione, 22,25% (anno di riferimento 2019). Un altro mondo rispetto a La Spezia (4,76%). La media ligure è al 10,10%. Anche la percentuale di NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione) è la più alta della Liguria (26,25%)”.
Fulvio Fellegara
“Non ci si poteva aspettare una situazione diversa. Sappiamo cosa ha portato questo 2020 e parlare oggi sarebbe stato problematico. Dobbiamo fare i conti con la realtà, partendo da dove eravamo prima per tracciare una linea per tentare una ricostruzione che sarà lunga e difficile.
I temi sono dell’occupazione, della povertà, dell’abbandono scolastico e delle infrastrutture. Quando si dice ‘torniamo alla normalità’ bisogna chiedersi a quale normalità vogliamo tornare. Negli ultimi 10 anni questa provincia ha perso 8 mila posti di lavoro. Il 2019, che era un anno stabile, aveva dei dati che, pur con tendenza al miglioramento, mettevano in luce la differenza con gli anni precedenti.
Ora la situazione è stata devastata dall’emergenza pandemica, al netto dei disastri che la provincia ha vissuto nella corso weekend, che andrà a complicare una situazione già complicata.
Bisogna recuperare il dissesto idrogeologico e dal recupero delle infrastrutture, per mettere in sicurezza il territorio e anche per dare lavoro. Gestire una popolazione sempre più anziana. Bisogna urlare un dato, ogni anno rileviamo un abbandono scolastico più elevato della Liguria, con punte del 22%, i nostri ragazzi non studiano e non lavorano. Si deve partire dalla scuola per un percorso di crescita del territorio.
Quelli di oggi sono dati al consuntivo del 2019, con qualche indicatore del 2020, come demografia, povertà, flussi turistici”.
Marco De Silva
“Guardando alcuni indicatori come il reddito procapite, i consumi, il tasso di occupazione/disoccupazione, Imperia ha valori molto distanti dal centro nord e in alcuni casi anche dalla media nazionale. La Provincia ha alcune peculiarità che vanno considerate. È la provincia con maggior incidenza delle imprese e del lavoro agricolo rispetto agli altri settori. Ha un numero esorbitante delle imprese attive, molte piccole o piccolissime, ditte individuali. Un’organizzazione aziendale basilare, con pochissima innovazione, formazione, investimento, con poca capita gestionale. L’occupazione risente dell’assenza di un porto commerciale e della logistica che dia sfogo e risposte alla popolazione giovanile. I livelli di abbandono scolastico e di NEET (persone giovani che non studiano, non lavorano, non sono in formazione) sono nettamente superiori alla media regionale e nazionale.
Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, la Liguria è un territorio fragile complicassimo ed esposto a rischio frana e alluvione. Alcune località, anche della provincia di Imperia sommano queste due rischiosità ai livelli massimo. Un’attenzione maggiore al territorio significa sfruttare al massimo le potenzialità della strategia nazionale delle aree interne, che per la provincia di Imperia riguarda l’alta valle Arroscia, in via di definizione. Un’occasione da non perdere per ridurre le distanze in termini di mobilità, infrastrutture, sanità ed educazione”.