In una stagione balneare estremamente difficile a causa dell’emergenza Covid, gli imprenditori balneari sanremesi si sono visti notificare cartelle di accertamento TARI relative agli anni 2014-2019 con importi esorbitanti: cifre insostenibili, che superano in molti casi i 100 mila euro.
Sanremo: cartelli Tari, la rabbia dei Balneari
Luciano Vazzano, Segretario territoriale CNA Imperia, dichiara: “intraprendere azioni simili da parte di un ente locale significa mettere in ginocchio un intero settore economico, il comparto che ha permesso alla città di esprimere una risposta positiva alla crisi economica, garantendo un servizio che è stato il motivo per il quale i turisti si sono recati a Sanremo: fare del turismo balneare. Queste attività hanno garantito posti di lavoro, commesse ai fornitori, onorato ogni impegno assunto. Si parla di aziende che hanno sempre pagato i tributi richiesti ed in buona fede hanno considerato la propria posizione regolare, giacché annualmente il Comune inviava loro la cartella con l’importo da versare alle casse comunali, che loro provvedevano a pagare”.
“Il tema è da affrontare per il suo impatto devastante sulle imprese – prosegue Vazzano – che non solo non possono pagare le somme richieste perché non le hanno, ma per altri due motivi che rafforzano in noi la convinzione a dare battaglia a queste cartelle ed il profondo sentimento di ingiustizia. Sono ingiusti accertamenti a posteriori con sanzioni da capogiro ad imprenditori che legittimamente si sono fidati di ciò che il Comune per anni ha chiesto loro di fare, ma anche ingiusti i presupposti: a regime questo criterio di calcolo che determina di applicare aliquote simili agli arenili di fatto decuplicherà gli importi che l’ente locale pretenderà, rendendola di fatto una tassa da decine di migliaia di euro l’anno per attività, che non possono permetterselo.
Imposte e tasse dovrebbero essere proporzionate e proporzionali alla capacità di versarle da parte del contribuente. Nel caso della tassa sui rifiuti, dovrebbe essere anche proporzionale alla quantità di immondizia prodotta, in special modo quella indifferenziata. Gli stabilimenti balneari da anni si adoperano per differenziare e conferire correttamente i rifiuti, hanno partecipato a riunioni per pianificare le attività di raccolta e collaborato per ridurne l’impatto proprio sulle casse comunali”.
“CNA chiede che le cartelle siano immediatamente sgravate, non si possono far fallire le imprese – conclude Vazzano – quindi di modificare il Regolamento TARI con particolare riguardo alle aliquote evidentemente troppo alte, considerando le ampie superfici degli arenili su cui vanno applicate. A prescindere da questioni tecniche e dai pareri dei consulenti incaricati, l’Associazione è ferma nel sostenere che occorre che gli organi della Amministrazione affrontino il vero nodo della questione: non può condannare un settore imprescindibile per il territorio quale quello balneare e deve mettere in condizione le imprese di pagare somme adeguate”.