“Non viene capita la portata del dramma non solo degli artisti professionisti, ma anche di tutto l’indotto. Parliamo di decine di migliaia di persone solo in Italia a casa senza stipendio e aiuti di nessun genere”.
Lo afferma amaramente Diego Campagna, chitarrista imperiese di fama internazionale, che, come il resto dei professionisti del mondo dello spettacolo, a causa della pandemia da Coronavirus ha dovuto arrestare e annullare tutte le sue attività e tournée intorno al mondo, con tutti i conseguenti drammatici risvolti economici e non solo.
Recentemente, a Milano, si è svolta una protesta pacifica dei lavoratori dello spettacolo le cui immagini, molto potenti (centinaia di bauli per le attrezzature di scena sono stati posizionati in piazza Duomo), hanno fatto il giro del mondo.
Coronavirus, Imperia: il grido d’allarme del chitarrista Diego Campagna
La protesta dei lavoratori dello spettacolo a Milano è stata molto toccante e ha evidenziato il dramma che sta vivendo questo settore. Condivide questa visione?
“Sì, è un mondo dimenticato, sono solidale con coloro che hanno preso parte alla protesta di Milano. Non viene capita la portata del dramma non solo degli artisti professionisti ma anche di tutto l’indotto. Parliamo di decine di migliaia di persone solo in Italia a casa senza stipendio e aiuti di nessun genere. Non si chiede elemosina o assistenzialismo, solo di riprendere a fare il proprio mestiere applicando tutti i protocolli di sicurezza, esattamente come fanno i bar, i negozi, i ristoranti e tutte le altre attività. Noi no, non possiamo.
Purtroppo già in tempi normali non ci sono investimenti nel nostro settore, figuriamoci ora. Si nascondono dietro al fatto che ci siano altre priorità. Certo, le priorità sono tante, inclusi noi, che generiamo bellezza, cultura, arte, che siamo d’esempio per molti giovani, che contribuiamo all’educazione di questo paese, di cui portiamo il nome, eccellendo e primeggiando, in tutto il mondo.
Le persone gioiscono, si divertono, si emozionano, sognano ascoltandoci. Chi “chiude” la bellezza e l’importanza di ciò che facciamo non merita di amministrare un Comune, una Regione o il paese intero.
Sono tantissime le categorie di lavoratori che ruotano intorno agli spettacoli, dai tecnici audio/video agli assistenti, agli addetti alle pulizie e molte altre. Parliamo di decine di migliaia di persone in Italia, milioni nel mondo.
Ancora in molti non hanno ancora capito che lo spettacolo, l’arte, la cultura, insieme al turismo, sono il motore del nostro paese. Quando siamo in giro per il mondo sicuramente contribuiamo a far accrescere la stima ed il rispetto verso l’Italia”.
Da quanto tempo ormai non fa concerti?
“Nel 2020 ho cancellato 10 tournée tra Cina, USA, Giappone, Messico e Sud America. L’ultimo tour risale a dicembre 2019, sono rientrato in Italia dalla Cina il 20 dicembre 2019. Da gennaio 2020 ho fatto solo 4 concerti, tutti in Italia”.
I concerti che si possono realizzare ora sono quelli con massimo 200 persone al chiuso. Valgono “la pena” in termini di costi e guadagni?
“Il limite è di 200 persone, ma non sempre si possono avere, dipende ovviamente dalla grandezza delle sale. Massimo 200 persone significa che ad esempio in un teatro piccolo da 500/600 posti, ma che non ha le poltrone larghe almeno un metro e la distanza tra una fila e l’altra di almeno un metro, per i protocolli bisogna saltarne due e addirittura una fila si e una no. Ergo, 500/600 posti diventano 80/90. In termini economici non vale la pena ed inoltre gli enti pubblici e privati hanno tagliato tutto il tagliabile per il nostro settore”.
Secondo lei quando potrete riprendere il vostro lavoro come prima?
“Solo quando ci sarà un vaccino. Per quanto riguarda il mio settore spero dalla primavera/estate 2021. Ad essere ottimisti”.