26 Dicembre 2024 05:43

26 Dicembre 2024 05:43

Liguria: lettera aperta di Cittadinanza Attiva al Presidente Toti. “Sanità, ecco cosa con funziona”

In breve: Diversi i temi affrontati nella lettera, dalla qualità del servizio, giudicato insufficiente, alle liste d'attesa troppo lunghe.

Cittadinanza Attiva ligure, associazione che soprattutto nell’imperiese ha ingaggiato una battaglia contro la realizzazione dell’ospedale unico, ha scritto una lettera aperta sulle difficoltà della sanità al presidente della Regione Giovanni Toti.

Diversi i temi affrontati nella lettera, dalla qualità del servizio, giudicato insufficiente per quanto riguarda il numero di operatori sanitari, che causa turni stressanti, alle liste d’attesa troppo lunghe, che portano i pazienti a spostarsi di regione per potersi curare, ricorrendo alla sanità privata.

Sanità: Cittadinanza Attiva scrive a Toti

“Egregio Dott. Toti, con la presente lettera desideriamo fare alcune osservazioni sulla situazione attuale della sanità ligure. Premettiamo che il diritto alla salute è, a nostro parere, il diritto di base di uno stato democratico e che il dovere della politica è quello di garantirlo a tutti i cittadini, di qualunque estrazione sociale essi siano.

L’attuale criticità dell’offerta sanitaria pubblica ligure purtroppo disattende questo dovere in vari modi, come noi ora esporremo in dettaglio. Le criticità riguardano innanzitutto la carenza di operatori sanitari nel Servizio Sanitario Regionale: medici generici, medici specialisti ospedalieri, infermieri, OSS.

Queste carenze di organico, oltre a creare stress negli operatori obbligandoli a turni massacranti e a eccessivi carichi di lavoro, ottiene come risultato un peggioramento della qualità dei servizi offerti, la carenza di cure e di interesse nei confronti dei pazienti (fenomeno del burn-out) e la fuga degli stessi pazienti verso altre regioni più virtuose (con ovvio incremento delle spese sostenute dalle ASL Liguri).

Provoca inoltre uno scadimento della qualità del SSR e un ingiusto spostamento della offerta di cura verso il privato (ingiusto nel senso del diritto alla salute), con costi sociali sempre meno sostenibili soprattutto per la parte della società meno abbiente.

Questa grave criticità dell’offerta pubblica si esprime dunque in liste di attesa molto lunghe per visite specialistiche ambulatoriali, esami di laboratorio, operazioni chirurgiche, TAC, Risonanze Magnetiche. Queste visite o questi esami diventano facilmente e rapidamente accessibili pagando visite specialistiche in intramoenia o in poliambulatori privati (fatte spesso dagli stessi operatori sanitari che lavorano negli ospedali pubblici).

Un’altra conseguenza di questa carenza è la frustrazione e la non realizzazione del medico e dell’infermiere all’interno del SSR, sia per gli stipendi più bassi rispetto ai colleghi europei, sia per l’eccessivo carico di lavoro e la mancanza di programmazione. Anche in questo caso la conseguenza è la fuga dei medici e degli infermieri verso Regioni più virtuose (o all’estero) attraverso trasferimenti improvvisi e non programmati, con ulteriore abbassamento della qualità e aumento del circolo vizioso.

Dal punto di vista dell’utenza è evidente l’ingiustizia di dover pagare in vecchiaia, quando se ne ha più bisogno, visite ed esami, e talvolta anche operazioni chirurgiche, quando per tutta la vita si sono pagati contributi per il SSN. E magari si scopre che la qualità dell’offerta del privato, soprattutto per quello che riguarda la diagnostica radiologica, a causa di macchinari obsoleti o tecnologicamente non all’altezza di quelli in possesso agli ospedali pubblici, è minore.

Per quello che riguarda l’aspetto legato alla medicina ospedaliera desideriamo anche farLe osservare il progressivo degrado della dirigenza legato al verticismo e alla supremazia della dirigenza amministrativa su quella medica, dirigenza amministrativa che a sua volta è troppo influenzata, subordinata e condizionata da scelte politiche, a detrimento della qualità.

La vecchia concezione che vede come più importante la medicina ospedaliera rispetto a quella territoriale, con le proposte di poli di eccellenza ospedalieri o ‘ospedali unici’, insieme alla aziendalizzazione delle ASL, alla visione economica della malattia attraverso i DRG, perché un ospedale deve ‘rendere economicamente’‘ invece di fornire un servizio (DRG: raggruppamento omogeneo di diagnosi che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale in gruppi omogenei e di quantificare economicamente e remunerare ciascun episodio di ricovero), stanno distruggendo la sanità pubblica.

Per concludere: il prevalere della logica del profitto a scapito del diritto del cittadino alla cura attraverso una medicina pubblica che agisca con efficacia e in tempi rapidi, senza liste di attesa eccessivamente lunghe, il rischio di una prevalenza della sanità privata a pagamento, quasi sempre convenzionata e che quindi sottrae denaro pubblico e personale al SSR, la monetizzazione della salute, l’individualismo rapace di pochi contro la collettività, sono a nostro parere delle distorsioni da correggere con urgenza per poter di nuovo usufruire tutti democraticamente e pubblicamente in Liguria del diritto alla salute”.

Condividi questo articolo: