Il Tar Liguria ha annullato il provvedimento con cui la Questura di Imperia ha revocato il permesso di soggiorno a un cittadino marocchino pluripregiudicato per spaccio di droga, rapina e furto. La sentenza è stata depositata nei giorni scorsi.
Imperia: revocato permesso di soggiorno, pluripregiudicato per rapina, furto e spaccio vince ricorso al Tar
Nel dettaglio, il ricorrente, un cittadino di nazionalità marocchina, difeso dall’avvocato Elena Fiorini, ha presentato ricorso contro il provvedimento di revoca del permesso di soggiorno CE, per soggiornanti di lungo periodo, emesso dal Questore di Imperia.
In particolare, il provvedimento di revoca era stato notificato in quanto pendenti sul nordafricano tre sentenze definitive di condanna per reati che vanno dal furto alla rapina sino allo spaccio di sostanze stupefacenti, oltre a numerose denunce.
- 2.5.2016 del Tribunale di Savona, per furto in concorso
- 21.6.2017 del Tribunale di Savona, per acquisto, detenzione e offerta illeciti di sostanze stupefacenti
- 4.12.2018 del Tribunale di Savona, per ricettazione, rapina impropria e rapina aggravata
Un quadro giudiziario tale, per la Questura, da giustificare un giudizio di pericolosità per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato.
Il Tar Liguria ha accolto il ricorso del nordadfricano con la seguente motivazione:
“L’automatismo espulsivo correlato alla commissione di reati ostativi, ribadito come regola generale dalla giurisprudenza amministrativa, anche della sezione – si legge – incontra un significativo correttivo nel caso di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo […] Sebbene la gravità dei reati commessi costituisca elemento primario della valutazione, nondimeno la durata del soggiorno nel territorio nazionale e l’inserimento sociale, familiare e lavorativo dello straniero sono del pari elementi la cui concorrente valutazione, nel caso di lungo-soggiornanti, non può pretermettersi se non violando la legge”.
“Considerato che il ricorrente è entrato in Italia per ricongiungimento familiare con la madre, con la quale convive – si legge ancora – e considerato che il provvedimento impugnato si limita a riportare i precedenti penali dello straniero per desumerne la pericolosità sociale, ma non contiene la obbligatoria valutazione circa la durata del soggiorno nel territorio nazionale e l’inserimento sociale, familiare e lavorativo dello straniero, si ritiene pertanto che il ricorso sia fondato e vada accolto, con conseguente obbligo per l’amministrazione di ripronunciarsi sulla base di una completa valutazione di tutti gli interessi in conflitto”.