“Della scorsa settimana è la denuncia da parte dell’Ordine professionale degli Infermieri e dei Sindacati confederali circa la carenza di personale infermieristico e operatori sociosanitari in situazione normale figuriamoci ora che sta montando la seconda ondata della pandemia Covid19 anche nel ponente ligure – Queste le parole di Cittadinanzattiva, in merito alla carenza di personale sanitario all’interno degli ospedali della Liguria, per far fronte all’emergenza Coronavirus.
“Si è persa l’occasione di confermare i contratti a scadenza di numerosi infermieri assunti a partire da marzo e dunque non è automatico che si riescano a reperire nuovi infermieri. In extremis il tentativo da parte dell’amministrazione di assumere 34 infermieri quando ne mancherebbero oltre 100 tra ospedali ed RSA.
Non tanto meglio si trova l’organico dei medici dove le carenze più importanti sono tra Anestesisti, Pneumologi e Infettivologi. Ad ulteriore prova di quanto l’amministrazione Toti non sia stata capace di prevedere per tempo un adeguato personale sanitario capace di far fronte alla seconda ondata pandemica è il provvedimento dirigista e antisindacale , emanato pochi giorni fa da Walter Locatelli commissario di Alisa , con cui si sospendono le ferie in godimento e i permessi di cui all’art 36 del CCNL all’intero comparto sanitario dirigenziale e non .
Con un personale sanitario in grave sofferenza e un aumento costante di ricoverati Covid+ , come è avvenuto in primavera con la prima ondata , succederà che il personale sarà sottratto ai reparti specialistici o ad altri servizi che ovviamente saranno costretti a ridurre drasticamente le proprie attività ( e si parla della comune attività diagnostica specialistica per visite ed esami strumentali , ma anche per ricoveri programmati ed interventi chirurgici in elezione, ecc ) .
Ma in questi 7 mesi dall’emergenza di marzo , oltre a non predisporre un adeguato organico di personale sanitario , non si è provveduto a creare delle aree “filtro “ supplementari dove allocare quei pazienti giunti in Pronto Soccorso (PS) e ancora in attesa di esito di Tampone Covid.
Almeno per il PS di Imperia , certamente più angusto di quello di Sanremo , si poteva realizzare , come avvenuto in altri ospedali in Italia o all’estero , strutture a tipo prefabbricato capaci di garantire per davvero un sufficiente distanziamento tra i pazienti che afferiscono al PS.
Questo è fondamentale perché consente di evitare la trasmissione del virus tra i pazienti poi risultati positivi e i pazienti che erano entrati negativi! Anche questo non è stato fatto . Di fronte ad una scarsa programmazione , all’arrivo della seconda ondata pandemica preannunciata per tempo dal Comitato tecnico scientifico nazionale ma evidentemente sottovalutata dalla giunta Toti, ci troviamo nuovamente in uno stato di emergenza durante il quale tutte le attività sanitarie non Covid subiranno ulteriori ritardi che potranno ricadere sulla salute dei cittadini.
Quando il numero di accessi al PS di Imperia aumenterà dovrà essere individuata un ‘area della palazzina B da destinare ad area “filtro “ per pazienti in attesa di esito di tampone come era stato fatto in primavera; invece , come emerge dalle recenti intenzioni dell’amministrazione comunicate ai sindacati , giudichiamo inaccettabile il possibile allestimento di un’ area polispecialistica ad alta intensità per pazienti dapprima non Covid e poi Covid pos con tutti i problemi che ne possono scaturire : promiscuità di pazienti e di personale , necessità di sanificare ogni volta le aree diagnostiche in cui potranno transitare tali pazienti in primis la Radiologia ma anche ambulatori specialistici. Visto che in provincia di Imperia abbiamo la possibilità di disporre di tre presidi ospedalieri ( Imperia, Sanremo e Bordighera ) continuiamo a dedicarne uno e cioè il Borea di Sanremo ai pazienti Covid+ !”