23 Novembre 2024 06:44

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23 Novembre 2024 06:44

Coronavirus, Liguria: chiusi centri sociali, parlano i circoli Arci e Acli. “Ulteriore stretta che rischia di indebolire le nostre realtà nei territori”

In breve: Intervengono così, tramite una nota stampa congiunta, i circoli di Acli e Arci, in merito alle nuove chiusure disposte dal Governo, per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus. 

“Siamo consapevoli della necessità da parte del Governo di promuovere e adottare misure che contengano il rischio di diffusione dei contagi e rinnoviamo, come forze sociali, la nostra disponibilità a collaborare affinché l’obiettivo di tutela della salute venga perseguito in modo unitario e su tutti i fronti possibili.

Con altrettanta consapevolezza riteniamo però che questo tempo di incertezza ed emergenza esponga le nostre comunità a nuovi rischi di crescita delle disuguaglianze e delle fragilità: un’ulteriore stretta nei confronti delle attività di socializzazione e volontariato rischia di indebolire la presenza delle nostre realtà nei territori, realtà capaci, come dimostrato già negli scorsi mesi, di rispondere ai bisogni della popolazione in modo efficace, capillare e tempestivo.

Intervengono così, tramite una nota stampa congiunta, i circoli di Acli e Arci, in merito alle nuove chiusure disposte dal Governo, per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus. 

“I circoli Acli e Arci si sono attivati da subito e responsabilmente, anche prima delle disposizioni normative, limitando le proprie attività, adoperandosi per un attento rispetto delle linee guida, adottando specifici protocolli anti contagio, formando i propri dirigenti e i volontari.

Durante il lockdown hanno contribuito alla coesione sociale delle nostre comunità con una particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili. Ma le ultime disposizioni che impongono la sospensione delle attività dei “centri culturali, dei centri sociali e dei centri ricreativi” (DPCM del 24 Ottobre 2020 – art 1 comma 9 lett. f) oltre a non definire limiti e possibilità, producono un impatto grave e profondo nel tessuto delle nostre associazioni, già molto provate da mesi di difficoltà: senza un intervento chiaro e immediato, il rischio è quello azzerare l’impegno del mondo associativo nei confronti della collettività, facendo venir meno un contributo prezioso e importante per la tenuta del tessuto sociale; parimenti, siamo preoccupati anche per la continuità del lavoro di centinaia di persone impiegate nelle nostre strutture.

Chiediamo a tutte le istituzioni della nostra Regione di farsi carico di tali istanze e di lavorare direttamente e indirettamente per concretizzarle; chiediamo altresì di farvi portatori di tali istanze nei confronti della Conferenza Stato-Regioni e del Governo, garantendo alle associazioni di poter contare su un mix di interventi, quali:

  1.  possibilità di apertura contingentata delle attività di somministrazione al pari dei pubblici esercizi;
  2.  procedure semplificate di accesso a specifici bonus / sostegni nei confronti dei circoli APS;
  3.  esonero per le associazioni dal pagamento dei canoni delle concessioni e delle locazioni da corrispondere agli enti pubblici, relativi ai periodi di sospensione o limitazione delle attività;
  4.  contributi per il pagamento dei canoni di affitto da corrispondere ai privati;
  5.  l’annullamento dei versamenti TARI per il periodo di sospensione delle attività;
  6.  contributi a fondo perduto a sostegno delle associazioni le cui attività sono sospese o limitate nell’orario, incluse espressamente le attività di somministrazione dei circoli culturali e ricreativi.

Rimaniamo sempre disponibili per costruire insieme alle Istituzioni pubbliche delle politiche di rilancio della cultura, nelle quali circoli e associazioni possano contribuire a rigenerare le nostre comunità, a costruire aggregazione, a rendere le nostre città più accoglienti e vivibili per tutti, così come rimaniamo in prima fila per affrontare insieme le situazioni di emergenza”.

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