Nel consueto punto stampa sull’emergenza Coronavirus, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, oltre a illustrare i dati del bollettino quotidiano, è tornato a parlare del tweet sugli anziani “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese” che ha sollevato una valanga di polemiche, con tanto di richiesta di dimissioni da parte del Partito Democratico.
Coronavirus, Liguria: Toti fa il punto sull’emergenza Covid e sulle ultime polemiche
“Oggi un tweet mal scritto e mal interpretato ha suscitato una polemica che ha tenuto banco per un’intera giornata, anche se diceva una cosa banale sull’analisi dei dati.
Oggi 6 persone su 7 decessi fanno parte dei cosiddetti grandi anziani, coloro che se prendono il covid normalmente hanno una degenza complessa e spesso arrivano alla morte.
Il 95% dei nostri decessi è nella fascia di età sopra i 75 anni, il 40 % dei ricoveri di complessità di cura è della stessa fascia di età.
Questa è la ragione per cui ho suggerito al Governo, durante la conferenza delle regioni, prima di prendere misure che rischiano di essere dolorose per alcune categorie, dato che occorre ridurre il tasso di penetrazione del virus, misure che andranno a intaccare l’economia, sarebbe stato opportuno considerare che la maggior parte della pressione ospedaliera, quella che mette in difficoltà i pronto soccorso, la maggior parte dei decessi, letti di ospedali e rianimazioni sono popolati dai cittadini più fragili, che quindi vanno protetti molto, mentre bisognerebbe lasciare che il resto del mondo possa continuare, per quanto possibile, a produrre e vivere anche per pagare il nostro gigantesco Stato, la santà, le pensioni gli aiuti sociali.
In Liguria abbiamo già iniziato a farlo, con 2,5 milioni di euro per pagare i taxi per non far andare gli anziani con i mezzi pubblici, prima di fermare ancora attività e chiudere negozi.
Credo che sia l’approccio più giusto invece di chiudere indiscriminatamente, tanto più quando si discute di chiudere le scuole, lo sport, le attività produttive, luoghi dove vanno solitamente persone più giovani che vivono il covid in modo meno sintomatico, mentre lasciamo totalmente privi di protezione speciale le categorie più fragili, che vivendo di pensione meritata, potendo evitare giustamente di andare a lavorare, possono essere più protette senza un grande sforzo e senza nuocere chi deve andare a lavorare e chi manda avanti il paese.
Stiamo pensando a misure sotto forma di raccomandazione come evitare i luoghi affollati, limitare spostamenti dal proprio domicilio, svolgendo attività fisica in luoghi non affollati, usare strumenti di socialità a distanza, seguire le regole di igiene.
Tutto questo, scritto bene o male non si può archiviare come una frase sbagliata. Tutta la politica deve interrogarsi su questo argomento.
Se non fossimo alla vigilia di altre scelte dolorose potremmo fare a meno di parlare tutto questo e parlare di una bufera politica più o meno meritata.
Il vero tema è che tante persone dovranno chiedere forse le attività, i ragazzi forse non potranno ad andare a scuola, molti sono in difficoltà e avranno ulteriori danni. Bisogna concentrarsi verso coloro che affollano più spesso gli ospedali e che spesso hanno conseguenze tragiche. Misure per fasce di età, attenzione per le categorie più fragili, sia anziani che malati pluripatologici.
Chiediamo uno sforzo in più ai giovani. Quando si è in guerra al fronte ci vanno i 20enni, non chi ha già dato tutto per età e ruolo, e con il covid siamo in guerra. Non vedo cosa ci sia di strano e di polemico in tutto questo.
Se qualcuno sceglierà di chiudere negozi, scuole, le attività dove si produce benessere per lavoratori, artigiani, imprenditori e dipendente, e non considerare la vera emergenze degli ospedali , fasce anagrafiche e pluripatologie, si assumerà la responsabilità. Certo, i nonni e i genitori hanno un ruolo di supplenza allo stato che manca, aiutano le famiglie sia praticamente che economicamente, nessuno sottovaluta il gigantesco ruolo delle persone anziane, per questo sarebbe civile bisogna proteggerle.
Invece che pasticciare con soluzioni che riguardano fintamente tutti quanti, non aiutano veramente quasi nessuno ed espongono cittadini diversi a un’eguaglianza solo formale e mettono a rischio la vita di molti”.