“Il tweet del presidente Toti, che a suo dire è una estrapolazione parziale (fatta da lui) di un suo ragionamento più ampio, è lo specchio fedele del suo approccio all’emergenza Covid 19 – Queste le parole di Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana a Imperia, per condannare il tweet pubblicato sui social dal Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, in merito alle nuove eventuali misure anti-covid.
Secondo quanto estrapolato dal Tweet del presidente Toti, aveva definito gli anziani “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese“, poi scusatosi in un secondo post.
Coronavirus, Liguria: tweet su anziani, Lucio Sardi bacchetta Toti
“Come ogni presidente di Regione della destra che ama definirsi “governatore”, ma poi è poco avvezzo a governare i problemi della propria regione, l’emergenza Covid diventa il campo in cui “distinguersi” con proposte che solleticano le angosce dei cittadini e possano dare visibilità e consenso più che soluzioni al problema.
Nella fase acuta della prima ondata del Covid, Toti si è atteggiato, a favore di telecamere, a “piazzista” delle poche mascherine reperite dalla Regione, per tentare di dimostrare di essere quello che sapeva sopperire alla carenza di quel presidio medico.
Ha poi buttato a mare un fiume di soldi pubblici per allestire su un traghetto l’unica e più inutile struttura Covid galleggiante che, non a caso, oggi non è più prevista tra gli strumenti per affrontare la seconda ondata del contagio.
Per giustificare l’elevato rapporto tra popolazione, contagiati e decessi della Liguria, che non può certo essere stato indipendente dal modo in cui è stata organizzata la cura dei contagiati – ovvero il ricovero quando si erano già aggravati per reggere la pressione negli ospedali – ha cercato di giustificarsi usando l’alta età media dei Liguri quale unica spiegazione a quei numeri agghiaccianti.
Nei mesi successivi al lock down, facendo leva anche sulle dichiarazioni dei suoi medici di riferimento Bassetti e Zangrillo, ha cercato di distinguersi sposando la tesi di chi minimizzava sui rischi della ripresa del contagio sia nel dibattito sulle misure di controllo legate ai flussi turistici, sia sulle misure di contenimento dell’affollamento dei mezzi pubblici per cui ha adottato misure meno restrittive.
Ora che i suoi messaggi rassicuranti sulla gestione dell’emergenza Covid si infrangono di fronte all’impennata dei contagi, alla pressione sul sistema sanitario regionale sempre più forte e di fronte al fatto che la Liguria è una delle regioni con i numeri più pesanti d’italia per quantità di positivi, invece di chiedere scusa per aver dato degli “sciacalli” a chi giustamente denunciava i ritardi della sua giunta nelle azioni per contenere i rischi della seconda ondata, il “governatore” (che non governa) rilancia con l’ultima personale “trovata”, della quale il tweet incriminato è solo la punta dell’iceberg.
Definire le persone in pensione “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese” e sostenere “che vanno però tutelate”, è il manifesto culturale da cui scaturisce la folle proposta per contenere la diffusione del Covid, da parte un presidente di regione che sembra aver studiato svogliatamente il problema su un bignami e che tenta di passare la prova con un maldestra teoria.
Il presedente Toti, a cui non passa mai per la testa di assumersi la responsabilità dei risultati del suo operato e che evidentemente pensa di conoscere meglio dei virologi e degli epidemiologi i meccanismi di diffusione del Covid, pensa infatti di fermare gli effetti della diffusione del contagio imponendo misure di contenimento più restrittive esclusivamente per coloro che, secondo lui, sono le fasce improduttive della società.
Toti, ritenendosi anche più preparato dei medici terapisti, pensa che, una volta “tolti di mezzo” gli anziani colpevoli di essere più vulnerabili al virus, si potrebbe consentire al resto della popolazione (per il quale, secondo Toti, il Covid ha “normalmente esiti lievi”), di poter vivere con minori restrizioni e il conseguente vantaggio di non dover adottare misure che vadano a colpire l’economia, vero riferimento etico del governatore.
L’inquietante giudizio di Toti sulla parte della società per lui maggiormente “sacrificabile” perché “improduttiva”, serve quindi a giustificare misure degne di personaggi quali Bolsonaro e Trump.
Per ragionare sull’insensatezza di questa proposta, peraltro non supportata da alcun parere del mondo scientifico, vorremmo ricordare a Toti che, in una situazione di diffusione incontrollata del virus (come ci insegna la tragica vicenda delle RSA) a subirne le maggiori conseguenze sono proprio le fasce demografiche più esposte, essendo impensabile “mettere in una bolla impenetrabile” le persone al di sopra una certa età.
Si coglie meglio la distanza tra la propaganda e l’operato di Toti se poi si pensa al fatto che, in questi giorni, proprio Alisa (l’Agenzia sanitaria ligure) ha chiesto a molte RSA di accogliere pazienti Covid dimessi dagli ospedali, dal momento che la Regione non ha saputo organizzarsi nei mesi di calo del contagi.
Quanto ai rischi per l’economia, per le misure restrittive e per il contenimento del contagio, sarebbe bene ricordare che l’economia ligure ed italiana hanno potuto attenuare in parte gli effetti della crisi proprio grazie alle misure drastiche adottate in primavera, misure che hanno abbattuto il contagio ed evitato di azzerare la stagione turistica estiva.
Sono stati, al contrario, alcuni alleggerimenti delle misure di sicurezza messe in atto in Liguria (in primis quelle sui limiti all’affollamento sui trasporti pubblici) e i messaggi sbagliati sulla pericolosità del virus che proprio Toti ha condiviso, ad aver concesso nuovamente spazio alla diffusione dell’epidemia nella nostra regione e a mettere a rischio la tenuta del nostro sistema economico.
Sarebbe invece opportuno parlare con sincerità agli operatori economici e fornire loro misure di sostegno concrete e tempestive e non maldestra propaganda. Forse, per dare un colpo al Covid in Liguria, l’unico che dovrebbe andare ( e restare) a casa è Toti”.