Con il diffondersi di casi di peste suina in Germania è necessario evitare le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti nazionali. La malattia non trasmissibile all’uomo, al momento riguarda esemplari selvatici in diverse parti della Germania, dal Brandeburgo alla Sassonia, ma se arrivasse in Italia, a preoccupare gli allevatori si aggiunge il rischio di un “effetto domino” causato dalla presenza, su tutti i territori, di un così alto numero di cinghiali, circa 2 milioni a livello italiano, che faciliterebbe il diffondersi di epizoozie.
Questo virus può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagioso e spesso letale per gli animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani: può passare facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, con attrezzature contaminate o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo.
“Considerata la facilità di trasmissione – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è necessario evitare che questo virus raggiunga il nostro territorio, dove oltretutto il numero di cinghiali fuori controllo rischia di far espandere la malattia.
Nella nostra regione l’allevamento di suini rappresenta un settore di nicchia, portato avanti da una moltitudine di piccole aziende che sostengono i migliori standard di benessere degli animali, ottenendo perciò solo prodotti d’eccellenza, tracciabili e garantiti, svolgendo inoltre una funzione importante di recupero e presidio del territorio.
Il rischio che il contagio possa essere esteso ai nostri allevamenti italiani rappresenterebbe quindi un gravissimo danno economico per le imprese, che stanno già fronteggiando l’emergenza Coronavirus, e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione”