23 Luglio 2024 22:24

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23 Luglio 2024 22:24

Coronavirus: Liguria a rischio “alto”. “Sovraccarico aree mediche, focolai in RSA”. Ecco il monitoraggio del Ministero

In breve: Per illustrare i dati, si è tenuta la consueta conferenza alla presenza del presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il direttore dipartimento di Prevenzione Giovanni Rezza e il presidente Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.

Liguria classificata a “rischio alto”. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio stilato dall’Istituto Superiore della Sanità e dal Ministero della Salute, basato sui dati relativi alla settimana 26 ottobre – 1 novembre.

Coronavirus: monitoraggio, ecco i dati della Liguria

Nel dettaglio, l‘indice di trasmissione RT della Liguria è 1,37 (la media nazionale è 1,72). L’incidenza è di 775,96 casi su 100.000 abitanti (superata da Valle D’Aosta, 1.207, Provincia Autonoma di Bolzano, 828, e Lombardia, 877). Il trend settimanale dell’epidemia, sia per quanto riguarda il numero di casi sia per i focolai, è in crescita.

È indicata come “alta” (segnalata trasmissione non gestibile in modo efficace con misure locali) la valutazione della probabilità di diffusione, così come è giudicata “alta” (sovraccarico in aree mediche ed evidenza di nuovi focolai in RSA/case di riposo/ospedali) la valutazione di impatto.

Inoltre, tra gli allarmi è stata segnalata “la trasmissione non gestibile in modo efficace con misure locali”.

Un quadro che evidenzia la criticità della situazione e sul quale si basa la decisione di rendere la regione “zona arancione”.

Per illustrare i dati, si è tenuta la consueta conferenza alla presenza del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il direttore dipartimento di Prevenzione Giovanni Rezza e il presidente Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.

Silvio Brusaferro, presidente ISS

“L’incidenza è alta: 524 casi per 100mila abitanti nel periodo di sorveglianza che raccoglie dati di qualche giorno fa. Ci sono differenze tra regioni ma il nostro paese eccede largamente soglia fissata a livello Ue.

La curva per la reslienza cioè impatto sui servizi sanitari sta crescendo e ci si avvicina a soglie di valori critici, in relazione al bisogno di rispondere ai bisogni di salute. La circolazione del virus è cresciuta in modo molto significativo in tutta Europa. Il nostro paese eccede la soglia prevista da dati. L’ Italia è molto ricca di casi e la crescita è molto significativa, superiore ai 100 casi per 100mila abitanti. Le terapie intensive e i ricoveri in area medica mostrano una curva che cresce rapidamente vicino a soglie critiche.

Oggi ci troviamo in una situazione di rischio alto con necessità di misure di mitigazione, cioè misure sociali per rallentare il virus. Sono fondamentali i comportamenti. Il flusso di indicatori è condiviso con le regioni, Iss e ministero, viene poi assemblato e analizzato. Quindi è un percorso articolato ma che garantisce momenti di validazione e condivisione. L’Italia è un Paese a scenario 3. Siamo a un Rt di 1.7, con un intervallo di confidenza di 1.5. Ha mostrato un rallentamento nella sua crescita ma per ridurre i casi dobbiamo portare l’Rt sotto 1.

Tutte le regioni sono sopra Rt 1, in alcuni casi a 2. Tutti i sistemi vanno bene ma la battaglia per riportare l’epidemia ad una dimensione sostenibile passano soprattutto dai comportamenti quotidiani di ognuno: mascherine, igiene e distanze sono la chiave di lettura per riportare la curva a dimensione contenuta.

Riteniamo validi i dati della Campania ma approfondimenti sono in atto per cogliere aspetti che potrebbero completare una analisi che è in corso sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono 4 regioni che vanno verso rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive. In precedenza era stato sottolineato che 2 regioni hanno una occupazione dei posti letto sopra il 30%, 2 al 29%”.

Franco Locatelli, presidente Consiglio Superiore di Sanità

“L’indice Rt appare stabile, quindi l’accelerazione marcata è venuta meno e c’è decelerazione, frutto delle misure poste in essere. Ciò va letto in modo positivo e ci auguriamo e ci aspettiamo con il trascorrere dei giorni che i dati possano ulteriormente migliorare. Il vaccino Pfizer già nella fase preclinica aveva dato riscontri positivi in termini di immunità sterilizzante, che previene infezione, e l’immunità da malattia, cioè in termini di capacità di proteggere dalla malattia vera e propria. C’è uno sforzo per cercare di dotare capillarmente il territorio nazionale di saturimetri, che devono diventare una sorta di secondo termometro per seguire il monitoraggio dei soggetti infettati che sono a domicilio e in questo contesto il ruolo dei medici di famiglia è fondamentale”.

Giovanni Rezza, direttore dipartimento di Prevenzione

“La curva sta deflettendo perche sta aumentando meno delle scorse settimane, ma ci vuole prudenza. Ancora si riesce a far fronte nelle terapie intensive anche se in due regioni c’è gia’ sovraccarico. L’epidemia è generalizzata e quindi spostare i malati tra le regioni ora è piu difficile”.

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