“Sicurezza, assunzioni e contratti le priorità per il personale sanitario” – Venerdì 13 Novembre 2020 dalle 10 alle 12, dinanzi alle Direzioni delle ASL della Liguria, si terrà un presidio di protesta, “in forma statica” nel pieno rispetto del DPCM 3 novembre u.s., delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici. Lo comunicano i segretari regionali della FP CGIL, UIL PA, CISL FP e UIL FPL.
Venerdì 13 novembre presidio di protesta: ecco le motivazioni
- la sicurezza dei lavoratori impegnati nel fronteggiare l’emergenza pandemica,
- il necessario incremento dei fondi contrattuali aziendali che permetta il giusto riconoscimento agli operatori dello straordinario effettuato e delle indennità,
- un piano straordinario di assunzioni che deve prevedere tra le altre cose la stabilizzazione del personale e la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato in essere.
- il rinnovo dei Contratti Nazionali ormai scaduti,
L’iniziativa segue lo stato di agitazione già proclamato dalle Federazioni Nazionali in data 19 ottobre 2020, in previsione della mobilitazione di tutti i lavoratori pubblici.
In questa fase di mobilitazione del lavoro pubblico per rivendicare innovazione nella PA, rinnovo dei contratti e nuove assunzioni, “le lavoratrici e i lavoratori pubblici danno massimo sostegno e priorità a tutto il personale sanitario” – spiegano le categorie dei servizi pubblici di Cgil Cisl e Uil della Liguria.
“Non è assolutamente accettabile, in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, che i lavoratori debbano operare in condizioni di scarsa sicurezza. Dobbiamo riuscire ad assicurare loro costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria.
Da tempo stiamo chiedendo il rispetto dei Protocolli e l’istituzione di tavoli permanenti di confronto sulla sicurezza nelle Aziende e negli Enti Pubblici.
Temiamo che a qualcuno sfugga che se non mettiamo in sicurezza proprio quei lavoratori che costituiscono la prima linea utile a contrastare la diffusione del Covid, presto i cittadini saranno privati dei professionisti necessari a garantire l’erogazione dei servizi sanitari; è un discorso che vale per tutti, ma a maggior ragione per coloro che sono quotidianamente in contatto con persone positive al virus.
I lavoratori, già provati dalle fatiche della primavera scorsa, oggi sono stanchi affaticati: non si può chiedere loro di essere i protagonisti della sfida per l’innovazione continuando a mortificarli dal punto di vista sia professionale che salariale.
Molti di questi operatori sanitari e socio-sanitari hanno abbondantemente superato le 250 ore di straordinario: va garantito loro il pagamento di quanto lavorato, occorre rivedere l’insieme delle indennità, per adeguarle a cifre più consone e realistiche superando il tetto di spesa imposto alla contrattazione integrativa dall’attuale normativa.
La cosa principale, comunque, è premere acceleratore sulle assunzioni.
I luoghi di lavoro si stanno svuotando, l’età media aumenta progressivamente e un numero considerevole di lavoratori sono prossimi all’uscita tra quota 100 e pensionamenti dovuti al raggiungimento dell’età.
Occorre immettere stabilmente nel sistema sanitario forze nuove, stiamo già perdendo il passaggio delle competenze ed il rischio è quello di disperdere un patrimonio di conoscenze di enorme valore.
Come primo passo, quindi, indispensabile e urgente – proseguono – è procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, anche attraverso la stabilizzazione dei precari ed il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato; Da anni questi lavoratori assicurano il corretto funzionamento di interi settori della Pubblica Amministrazione.”
“Una mobilitazione collettiva di lavoratrici e lavoratori pubblici, contro chi nega l’esistenza del virus, dell’emergenza epidemiologica e del rischio che sta correndo tutto il personale medico e sanitario. Per dare il massimo sostegno a chi garantisce la nostra salute”, concludono FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UIL PA.
Per queste ragioni le categorie dei servizi pubblici di CGIL, CISL e UIL hanno dichiarato lo stato di agitazione ed effettueranno presidi sotto le ASL o nei luoghi simbolo delle città.