Dura presa di posizione del Circolo Dianese Giambattista Acquarone e della Federazione Provinciale di Imperia di Rifondazione Comunista, contro il metodo con il quale è stato fissato il prezzo per la molitura delle olive.
Scrive Rifondazione in una nota: “Grande annata di olive dopo due anni di magra: un respiro profondo per il nostro territorio che rende un po’ meno asfittico il momento. Dobbiamo però sollevare una pesante critica alla Confartigianato, che ha stabilito come prezzo “consigliato” (!?) per la molitura delle olive la cifra di 28 € al quintale, pari a 3,5 € a “quarta”. Ma come, in quel libero mercato che tanto piace alle varie Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, il prezzo non si forma in conseguenza di libera concorrenza? Stabilire un prezzo non tramite una concertazione politica, ma per decisione padronale è davvero sconcertante. Quasi tutti i frantoi hanno diligentemente seguito il consiglio, con la conseguenza che a fronte di una resa in olio non esaltante che raramente raggiunge i 2 kg di olio per quarta, (attestandosi molto spesso su 1,7-1,8 kg), il costo di un kg di olio è gravato di circa 2 € solo per la molitura. Ciò porterà ad una compressione del reddito per lavoratori occasionali, contadini, famiglie, e ad un aumento del prezzo al minuto di cui proprio non si sentiva il bisogno”.
Conclude la nota di Rifondazione Comunista: “Riteniamo scorretto che la Confartigianato approfitti di una congiuntura in cui la raccolta delle olive offre un piccolo ma significativo spazio di occupazione e di reddito, per alzare il costo di molitura. Una mossa che, con gli olivi carichi di frutti pendenti, suona un po’ ricattatoria. Decenza avrebbe voluto, invece, che, in questo frangente, il prezzo venisse responsabilmente abbassato. Si chiedono sacrifici e solidarietà, ma sono sempre gli ultimi a doversene far carico”.