La ditta Clean Star, società del consigliere comunale di maggioranza (Area Aperta) Giuseppe Falbo, sarebbe a un passo dall’aggiudicarsi la gara d’appalto per i servizi di pulizia indetta dalla Seris, partecipata al 100% del Comune di Imperia. L’ufficialità dovrebbe arrivare nelle prossime ore.
Cinque le ditte che avevano partecipato (su invito) alla gara d’appalto. Oltre alla Clean Star, Coopservice,
Ecoserviceline, La Puliter e Margherita Multiservice.
L’appalto, ancora in attesa di essere ufficialmente assegnato, nonostante siano trascorsi oltre due mesi dal ricevimento, via mail, delle offerte, prevede il servizio di pulizia presso svari stabili Comunali sino al 2022, in particolare:
- Palazzo Civico
- Mercati Coperti Porto e Oneglia
- Bagno Piazza Roma di pertinenza del “Farmer Marker”
Imperia: appalto Seris a ditta consigliere comunale, si apre il caso
La Seris si occupa di pulizie a partire da quest’anno, dopo le modifiche allo statuto approvate dal consiglio comunale.
L’appalto (in attesa dell’assegnazione il servizio è stato prorogato sino al 30 novembre all’attuale impresa) imbarazza, e non poco, sia Seris che Comune, in quanto l’ormai prossima assegnazione, a meno di clamorosi colpi di scena dell’ultima ora, alla ditta del consigliere Falbo è destinata a far discutere, quantomeno politicamente, sotto il profilo dell’opportunità. Per quel che riguarda, invece, eventuali profili di incompatibilità, toccherà al Comune di Imperia esprimersi a riguardo.
Le contestazioni riguardano l’art. 63 del Testo Unico degli Enti locali, che stabilisce quando subentrino profili di incompatibilità:
” Non può ricoprire la carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, consigliere metropolitano, provinciale o circoscrizionale:
- colui che, come titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento ha parte, direttamente o indirettamente, in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti, nell’interesse del comune o della provincia, ovvero in società ed imprese volte al profitto di privati, sovvenzionate da detti enti in modo continuativo, quando le sovvenzioni non siano dovute in forza di una legge dello Stato o della regione, fatta eccezione per i comuni con popolazione non superiore a 3.000 abitanti qualora la partecipazione dell’ente locale di appartenenza sia inferiore al 3 per cento e fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 718, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;
L’appalto Seris potrebbe rientrare nella casistica prevista dall’art. 63? Se così fosse il consigliere Falbo dovrebbe o rinunciare all’appalto o, eventualmente, dimettersi da consigliere comunale. Ed è su questo aspetto che rischia di aprirsi un vero e proprio caso politico, anche in seno alla maggioranza, dove l’affaire Falbo sembra aver provocato parecchi malumori.
Il consigliere di maggioranza, infatti, forte del via libera del Sindaco Claudio Scajola, avrebbe già comunicato, come per altro già dichiarato, pubblicamente, al nostro giornale, di voler accettare l’assegnazione dell’appalto e, contestualmente, di non voler rinunciare al proprio scranno in consiglio comunale. Una presa di posizione non gradita a parte della maggioranza e, visto che i casi di presunta incompatibilità, se sollevati, devono essere discussi in consiglio comunale, come già accaduto in passato, non è escluso che la questione Falbo rischi di tramutarsi in un caso politico a tutti gli effetti.
Imperia: appalti a consiglieri comunali, un caso che torna d’attualità
Non è la prima volta che Falbo, in qualità di consigliere, partecipa, con la propria ditta, a una gara indetta da una partecipata del Comune di Imperia. Era già accaduto nel marzo del 2019 in occasione della gara per i servizi di pulizia indetta dalla Go Imperia. Falbo, dopo le polemiche, rinunciò all’appalto nonostante l’aggiudicazione.
Lo stesso, però, non fece il consigliere di Imperia Insieme Giovanni Montanaro che, tutt’ora, gestisce i servizi di manutenzione degli impianti elettrici del porto di Imperia. Il motivo? Il Sindaco Claudio Scajola sostenne, in consiglio comunale, l’assenza di profili di incompatibilità.
Un precedente che oggi torna d’attualità. Come finirà questa volta?