“Continuo a vedere persone che sottovalutano il Covid. Non è una semplice influenza. Forse chi lo dice e chi non rispetta le regole ha avuto la fortuna di non provarlo sulla propria pelle o su quella di chi amano”.
Queste le parole di Maria Grazia Cartacci, 69enne, moglie di Luigi Massabò, 66enne imperiese, presidente della storica Compagnia di via Carducci, il quale, a marzo scorso, ha combattuto contro il Coronavirus per due lunghi mesi.
Coronavirus, Imperia: l’appello di Maria Grazia a non sottovalutare il virus
A distanza di mesi dalla malattia che ha colpito il marito, ora guarito, Maria Grazia ha deciso di lanciare un messaggio di sensibilizzazione alle persone che sottovalutano l’emergenza, invitando tutti a rispettare le regole per proteggere se stessi e gli altri.
Vede spesso persone che non rispettano le regole o che sottovalutano la pandemia?
“Essendo Admin di un gruppo Facebook, ‘Mugugni d’Ineja e du Portu’, leggo spesso le opinioni di molte persone. Fortunatamente in tanti sono consapevoli della gravità della situazione e seguono diligentemente le misure anti Covid disposte dal Governo, ma purtroppo mi capita anche di leggere commenti di persone che sostengono che si tratti solo di un’influenza, che le regole non servono.
Mi capita di vedere troppo spesso in giro persone senza mascherina, oppure sotto il naso o sotto il mento, o che non rispettano la distanza di sicurezza.
Per me è difficile accettarlo perché è ancora vivo il ricordo del periodo drammatico che abbiamo passato in famiglia, quando Luigi si è ammalato.
Forse nessuna di queste persone ha provato sulla propria pelle o di quella di chi ama, cosa vuol dire questa malattia”.
Può raccontarci come ha vissuto quel periodo?
“Luigi è stato portato via il 21 marzo. Non è stato un bel momento. Tutto è iniziato 4 giorni prima, con febbre alta e tosse. Erano proprio i primi tempi dell’emergenza. Il 118 e il medico di famiglia mi avevano detto di fargli prendere 3 tachipirine al giorno e il fluimucil. Quattro notti dopo, con la febbre quasi a 40, Luigi non connetteva più, quasi non reagiva.
Ho chiamato immediatamente il 118 che a quel punto hanno mandato un’ambulanza, dicendo di preparare un bagaglio. Nell’attesa con la nipotina abbiamo cercato di farlo parlare ma niente, sono stati momenti tremendi. Quando sono arrivati i militi mi hanno fatto allontanare e non ho più potuto toccarlo e salutarlo. Lo hanno portato via dicendo che la ASL mi avrebbe contattato. Ho passato tre giorni d’inferno senza notizie. Lo pensavo a Sanremo e invece era al pronto di Imperia per gli accertamenti.
Dopo tre giorni, alla sera ho ricevuto una di telefonata dove ho stentato a riconoscere mio marito, biascicava che forse stavano per portarlo al Borea e non ha detto altro. Io tremavo e davanti mi passava un film orribile. Mi chiedevo cosa gli avrebbero fatto, se se la sarebbe cavata.
Il martedì mi hanno chiamato per comunicarmi che Luigi era positivo e che aveva un polmone mal messo, ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Dopo alcuni giorni mi ha chiamato. Aveva paura, era solo nella stanza e gli infermieri potevano entrare solo per alcuni momenti.
Io dovevo farmi forza mentre parlavamo al telefono, ma poi, quando mettevo giù passavo momenti terribili e piangevo. I giorni sono passati e, dopo due settimane, Luigi è uscito dalla terapia intensiva per tornare al reparto infettivi.
E c’è gente che dice che è una semplice influenza? Ho vissuto giorni senza sapere se lo avrei rivisto.
Noi siamo stati fortunati, Luigi dopo due mesi è tornato a casa. Sono tanti quelli che non hanno più rivisto i propri cari. Lui ha ancora qualche problema, il respiro corto, la memoria e si stanca un po’ più facilmente, ma è con me”.
Quale messaggio vuole mandare a chi sottovaluta l’emergenza?
“Il Covid è una brutta bestia. Il mio consiglio è di seguire le regole, come ci sono per ogni aspetto della vita, per la propria sicurezza e quella degli altri. Ad esempio, come si seguono le regole della strada quando si guida (fermarsi allo stop, dare precedenza, mettersi la cintura), allo stesso modo dobbiamo mettere la mascherina, usare il gel, mantenere la distanza di sicurezza e seguire tutte le altre misure di sicurezza”.