“Il Natale senza spostamenti tra regioni costerebbe, a livello nazionale, 4,1 miliardi solo per le mancate spese degli oltre 10 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in viaggio nel periodo delle feste per raggiungere parenti, amici o per prendersi qualche giorno di vacanza. Se gli andamenti dei contagi permetteranno maggiori aperture, sarà importante scegliere, sempre in completa sicurezza, vacanze di prossimità, lontani da luoghi affollati, seguendo, ad esempio, la diffusione capillare dei piccoli comuni, che in Liguria contano 183 centri con meno di 5mila abitanti (il 78% del totale), luoghi che offrono un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali”.
E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in riferimento alle possibili misure previste a fine anno, sottolineando l’importanza di fare tutto il necessario per evitare un lockdown nelle prossime festività. A pagare il prezzo più salato sarebbero le strutture impegnate nell’ alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir secondo l’analisi della Coldiretti con 1/3 della spesa destinata alla tavola. A preoccupare sono però anche i vincoli a cenoni e pranzi in casa e fuori, ai quali si sommano la cancellazione di eventi tradizionali di fine anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi.
La riduzione dei commensali è destinata a provocare un taglio nei consumi nazionali di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci, gustati lo scorso anno solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno.
“Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – rischiano di assestare un ulteriore duro colpo ai consumi alimentari degli italiani, mentre le limitazioni negli spostamenti peserebbero sul comparto del turismo regionale, se si conta che, nel solo mese di dicembre 2019, gli arrivi in Liguria sono stati circa 179mila tra italiani e stranieri (+2%) mentre le presenze oltre 455mila, segno di un’importante destagionalizzazione del turismo e riscoperta dei piccoli borghi dove sono custodite gelosamente le circa 300 produzioni tipiche liguri.
L’attenzione verso i centri minori è poi ulteriormente cresciuta dopo il lockdown, con la pandemia che ha portato ad un incremento del turismo di prossimità, vicino casa, anche all’interno della propria regione di residenza. Una tendenza che ha coinvolto in primis gli agriturismi di Campagna Amica Liguria, spesso situati nell’entroterra in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
Inoltre la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività economiche, si è verificata proprio nelle campagne, con appena lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 registrati dall’ Inail in Italia, un segno ulteriore di come in campagna, grazie ai grandi spazi disponibili e la mancanza di affollamenti, sia più facile arginare il contagio. È bene quindi non escludere ancora la possibilità di spostarsi, ma vedere come evolverà la situazione nei prossimi giorni: in ogni caso bisognerà continuare ad agire con prudenza evitando assembramenti e rispettando rigorosamente le misure governative.”