Misure anti-covid, spostamenti tra regioni, Natale, vaccini. Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, e Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, hanno illustrato il quadro della situazione epidemiologica nel corso della conferenza stampa odierna del Ministero della Salute.
Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute
“Oggi c’è un brutto dato sui decessi, 853 vittime. Dovremo fare i conti con una scia di decessi ancora per un po’ – ha affermato Rezza.
“L’anno scorso, nel periodo di tra febbraio e marzo vedemmo molte file (sulle piste, ndr) e sappiamo che ci furono molte persone infette che facilitarono la diffusione dell’infezione – ha proseguito affrontando la questione delle feste natalizie e del mondo dello sci – Non si tratta solo dello sci, ma ci sono anche una serie di attività connesse che favoriscono gli assembramenti nei luoghi chiusi. È chiaro che serve un coordinamento europeo, altrimenti potrebbe crearsi una situazione di crisi. Dobbiamo essere cauti ed evitare situazioni troppo rischiose. Non vorrei che l’effetto delle misure che abbiamo preso finora ci portasse ad allentarle, portandoci a conseguenze dannose”.
Per quanto riguarda il vaccino, il direttore ha affermato che è necessario “resistere ancora un po’ dal punto di vista sanitario. Quando arriveranno le prime dosi del vaccino potremo vedere un impatto meno pesante della pandemia. Abbiamo visto che possiamo contenere il virus anche senza un lockdown totale, continuiamo a fare ancora qualche sacrificio.
In merito alla possibilità di spostamenti tra regioni, Rezza ha dichiarato “Inutile negare che i germi si muovono con le persone. Più persone si incontrano più si creano focolai, più le persone si muovono, più aumentano i rischi di infezione. Non posso negare la mia preoccupazione, ma questa è una decisione della politica. Quello che posso dire è che certamente spostamenti illimitati e aggregazioni rappresentano un rischio per la diffusione dell’infezione”.
Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità
“Nessuno sottovaluta l’impatto di una chiusura delle attività sciistiche, però i numeri attuali – ha affermato Locatelli – non rendono compatibile un’ipotesi di riapertura, perché vorrebbe dire esporre di nuovo tutto il Paese a una ripresa della curva epidemica.
Ancora per qualche giorno continueremo a pagare il prezzo dei giorni in cui il coronavirus circolava diffusamente nel Paese.
Quando affrontiamo gli errori di agosto, di cui ha parlato anche Giuseppe Conte, torniamo a queste questioni. I numeri ci devono sempre ricordare che, anche se la curva epidemica sembri sotto controllo, non siamo ancora fuori dal problema. Bisogna evitare di creare momenti di associazione tipici del giorno di Natale o Capodanno.
Ho difficoltà a commentare cosa succederà a Natale, con festeggiamenti o impianti sciistici, con questi numeri”.