Lasciò Imperia, la sua città natale, a soli 18 anni, per cercare fortuna altrove, in Olanda. Oggi, festeggia 25 anni di attività del suo ristorante, chiamato “Porto Maurizio” in onore delle sue origini, aperto insieme a sua moglie Nicole.
È la storia di Maurizio Palermo, oggi 53 anni, che, come tanti giovani di ogni generazione, raggiunta la maggiore età, ha deciso di andare all’estero per avere maggiori opportunità nel mondo del lavoro, senza però mai dimenticare le sue radici.
ImperiaPost, grazie al nipote, lo ha contattato per conoscere la sua storia e festeggiare insieme il suo traguardo.
La storia di Maurizio Palermo e del suo ristorante in Olanda
Quando e perché ha lasciato Imperia per l’Olanda?
“Sono nato e cresciuto a Imperia, prima al Parasio e poi, dai 6 ai 18 anni, in via Giuseppe Verdi. Raggiunta la maggiore età, nel 1986, ho deciso di partire per l’Olanda, dove avevo due miei fratelli. Sono partito senza nemmeno una valigia, senza sapere l’olandese e con un inglese scolastico, con giusto i soldi del biglietto. Il giorno dopo ero già in una cucina a lavorare. Non sapevo cucinare, ho imparato tutto sul campo, con tanto impegno e voglia di lavorare. L’Olanda mi ha dato l’opportunità di crescere. Lavorando in cucina ho scoperto che mi piaceva il mondo della ristorazione, in particolare dedicarmi alla cucina italiana, diventando cuoco e pizzaiolo.
Finchè non ha deciso di aprire un ristorante tutto suo, chiamato “Porto Maurizio”. Com’è andata?
I primi 9 anni ho lavorato con i miei fratelli e con altre persone, facendo tantissima esperienza. Finchè, nel 1995, con mia moglie, olandese, diplomata nel settore alberghiero, abbiamo deciso di aprire il nostro ristorante per iniziare una nuova avventura.
Lo abbiamo chiamato “Porto Maurizio” per ricordare le mie origini, giocando anche sul fatto che, caso vuole, mi chiamo proprio Maurizio. È un ristorante dedicato alla cucina italiana, non solo ligure, amata moltissimo dalle persone del posto.
Per omaggiare la mia terra, ho ingrandito una stupenda fotografia di Imperia, in cui si vede il panorama del Parasio e le spiagge di Porto Maurizio, una tela di 6×4 metri che copre una facciata del mio ristorante. Sono molto fiero della mia città. I clienti mi fanno sempre domande sul posto e la maggior parte è stata in vacanza da noi.
Quest’anno il suo ristorante compie 25 anni. Come vive questo traguardo?
“Sono molto contento, un risultato che non avrei mai pensato di raggiungere. Abbiamo iniziato il 1° maggio 1995 in un piccolo paesino di 3000 abitanti ed eravamo un ristorante serale. Nel 2014 ho traslocato in una cittadina più grande, aprendo dalle 10 del mattino fino a sera, offrendo quello che desidererei trovare io, dal caffè e brioche al mattino, ai panini, alle pizze e i piatti da ristorante.
Cosa le manca dell’Italia?
Le piccole cose, la famiglia, che poi ho costruito qui, il modo di vivere, le abitudini italiane, come il caffè la mattina prima di andare al lavoro. In Olanda non ci sono queste usanze. Sono piccolezze, ma all’estero ti mancano. Gli italiani vivono molto la comunità, qui invece si sta molto in casa, forse per il clima instabile.
Questi anni in Olanda, ormai 34, sono passati in fretta. Qui se hai voglia di lavorare puoi farti strada, le possibilità ci sono, devi solo metterci impegno. È un paese meritocratico. Dal nulla io e mia moglie ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo costruititi tutto con le nostre forze. La ristorazione è un lavoro molto stressante, ma dà soddisfazione. Ogni giorno combattiamo per la nostra passione, affrontando sempre nuove sfide”.
In casa e in cucina io parlo italiano, il mio personale, tra cui mia figlia cuoca, parla italiano. Anche gli altri miei due figli lo parlano.
Uso solo olive taggiasche. L’olio d’oliva che metto sui tavoli e uso in cucina vengo a prenderlo io stesso a Lucinasco, dall’azienda Ansaldi. Uso molto pesto e prodotti del nostro territorio, ma anche prodotti del resto d’Italia. Quasi ogni anno scendo e compro le materie prime. Quest’anno volevo venire a Natale, ma con il Covid non si riesce.
Com’è la situazione in Olanda dal punto di vista dell’epidemia Covid?
Al momento la ristorazione in Olanda è chiusa, dal 15 ottobre lavoriamo solo da asporto e lo faremo sicuramente fino al 12 gennaio. Non si sa se si prolungherà. È una situazione critica, ma lo Stato aiuta molto. Il 16 novembre abbiamo chiesto i risarcimenti, il 65% degli stipendi per i dipendenti me li hanno già dati, ogni mese. Ci sono anche altri aiuti, per la perdita dell’incasso, per i costi dell’affitto, eccetera. Ovviamente speriamo che questo periodo finisca il prima possibile, nel frattempo sopravviviamo”.