Antonello Ranise capogruppo di Forza Imperia in Consiglio comunale, si riaffaccia alla politica attiva dopo un lungo periodo di pausa dovuto a motivi di salute. Dall’adesione a Cambiamo alla sanità, passando per il caso Seris e per il nuovo ospedale unico, Ranise risponde a tutto campo, con il suo stile, privo di sbavature.
Ranise, prima di tutto come va?
“Per motivi di salute ho dovuto prendermi un lungo periodo di pausa dalla politica attiva, ma ora le cose vanno molto meglio e non ho assolutamente intenzione di lasciare l’impegno politico, mia passione da sempre“.
Ancora Forza Imperia, ma Cambiamo?
“Abbiamo fatto una campagna elettorale a sostegno di Marco Scajola e degli altri candidati che si sono presentati con Cambiamo ed è quindi nostra intenzione lavorare nel prossimo futuro, in accordo con i vertici del movimento, per unificare in un unico Gruppo consigliare gli amici che condividono con noi un progetto di città e sono accomunati da un’idea politica, orientata a un approccio moderato e a fatti concreti, aperta a chiunque abbia voglia di impegnarsi fattivamente per la città. Ci saranno incontri, ma, anche a causa delle difficoltà legate all’emergenza Covid, non c’è nulla di ufficiale per l’immediato”.
In Comune siete in opposizione, ma il sindaco Claudio Scajola ha sostenuto l’elezione di Toti e quindi dovreste essere alleati. O no?
“Questo è un fatto politicamente rilevante. Io, anche prima delle elezioni regionali, sono sempre stato fautore di un’opposizione fattiva, collaborativa e non pregiudiziale. Ritengo che ogni problematica vada affrontata, pratica per pratica e che ci debba essere sempre più collaborazione fra i Gruppi consigliari, sia di maggioranza, che di opposizione, per trovare la quadra di fronte ai temi importanti per la città e il suo sviluppo. Ho apprezzato la delega affidata dal sindaco all’assessore Simone Vassallo di tenere i rapporti con il Consiglio comunale, perché lo vedo come un passo collaborativo, proprio in quest’ottica. L’emergenza sanitaria ha avuto effetti devastanti non solo sul piano medico, ma anche sul piano sociale ed economico e questo lo vedremo meglio anche nel prossimo futuro. Questo richiede un impegno e uno sforzo comune da parte di tutte le persone di buonsenso che hanno a cuore il bene della città e del nostro territorio“.
Di fronte al caso del consigliere Falbo, quale è il suo atteggiamento?
“Il mio atteggiamento personale è che bisogna distinguere l’incompatibilità dall’opportunità politica. Sul piano dell’incompatibilità non ho gli strumenti giuridici per giudicare. Valuterà il segretario comunale o chi di competenza. Sul piano dell’opportunità politica, ho invece molte perplessità di fronte a un incarico di consigliere comunale e contemporaneamente a quello di amministratore di una società che partecipa a una gara e vince un appalto per il Comune o realtà ad esso collegata, come è la Seris. Questo, però, interessa la sensibilità non soltanto del singolo consigliere, ma di tutti i rappresentanti della maggioranza“.
Da medico e suo malgrado, più di recente, anche da paziente, quale è il giudizio sul sistema sanitario imperiese e sulla realizzazione dell’ospedale unico?
“Il sistema sanitario imperiese è a mio avviso caratterizzato da autentiche eccellenze. Ritengo che la recente pandemia da Covid 19, imponga un radicale ripensamento di tutto il sistema sanitario, non solo a livello locale, ma nazionale. Da circa 20 anni si tagliano posti letto e nel contempo non si è mai riusciti a potenziare adeguatamente l’assistenza domiciliare. Il Covid ha reso evidente e tragica questa realtà. Non è più possibile andare avanti con questo trend e bisogna assolutamente ripotenziare posti letto e terapie intensive, oltre ad assicurare un’assistenza domiciliare adeguata a fronte di una popolazione sempre più anziana. Fortunatamente, la Regione Liguria sta assumendo medici e infermieri. Quella è la strada giusta. A mio avviso, però, va ripensato anche il progetto dell’ospedale unico. Se il sistema ha retto è grazie soprattutto all’abnegazione di medici, infermieri e operatori sanitari e alla capacità del 112, di gestire un’emergenza drammatica e mai vista prima, attraverso una rete organizzata e un impegno importante delle Pubbliche assistenze e del mondo del volontariato in generale“.
di Andrea Pomati