Antonello Ranise, consigliere comunale di Imperia e membro dell’Associazione “Cuoreamico Onlus”, interviene tramite una nota stampa, per esprimere alcune riflessioni sul sistema sanitario nazionale a fronte dell’emergenza Covid-19.
Sanità: parla Antonello Ranise
“L’evento di sabato con la donazione di un defibrillatore (DAE) alla Croce Bianca di Imperia da parte di Cuoreamico Onlus, associazione di cui mi occupo da tempo, oltre a darmi l’opportunità di ringraziare tutti i volontari della Croce Bianca e in generale di tutte le PA per il loro encomiabile lavoro, offre lo spunto per alcune riflessioni sul sistema sanitario nazionale e non solo.
La pandemia Covid 19 ha tragicamente provato non solo la sanità cosi com’è stata pensata in questi anni, ma ha messo in ginocchio lo stesso tessuto socio – economico dell’intero paese.
Imperia e la sua provincia, inoltre, oltre ad una crisi strutturale, vivono un momento di grande difficoltà congiunturale che necessita di uno sforzo comune e delle energie migliori in tutti i settori della vita pubblica, economica, professionale e imprenditoriale. Credo sia necessario rivedere profondamente il sistema globale della sanità italiana.
Fornisco alcuni dati per essere più chiaro:
In Italia sono presenti circa1500 strutture pubbliche in grado di offrire 151.000 posti letto, ossia 2,5 posti ogni 1.000 abitanti.
I posti in terapia intensiva presenti in Italia ad oggi, sono 6.458 (dati del 9 ottobre). Ne mancano all’ appello circa 2.300.
Inoltre la distribuzione dei suddetti posti non è per nulla uniforme ed è sbilanciata tra nord e sud. Il nostro paese si pone in una posizione molto bassa rispetto alla media europea, lontanissima dalla Germania che risulta essere al primo posto. Secondo i dati Eurostat, l’Italia si posiziona al 24° posto della classifica.
Allora per uscire da questa deriva, bisogna invertire una tendenza ormai ventennale, fermare la riduzione dei posti letto negli Ospedali, potenziare le Terapie Intensive, invrementare ed ottimizzare l’assistenza domiciliare in tutto il paese, a fronte di una popolazione anziana in crescente aumento, sostenere le PA, provvedere ad una reale riforma della medicina di base e territoriale. Ovviamente per fare tutto questo occorre assumere medici, infermieri e operatori sanitari. Tutto ciò ha un costo, ma abbiamo visto sulla nostra pelle quanto sia insensato risparmiare sulla sanità pubblica”.