8 Novembre 2024 12:24

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8 Novembre 2024 12:24

Esoscheletri passivi in olivicoltura: presentato il progetto del Cipat. “Per ridurre la fatica di chi lavora in campagna”/Il video

In breve: Il progetto mira alla creazione di un esoscheletro passivo, che consenta di ridurre la fatica di chi lavora in campagna e dunque risulta interessante per gli operatori

“Fornire supporto all’operatore per potenziare le sue capacità produttive, riducendo la fatica fisica e le sollecitazioni meccaniche potenzialmente stressanti il sistema muscoloscheletrico.

Questo l’obiettivo del Progetto di cooperazione “Lo sviluppo degli esoscheletri passivi nello svolgimento delle principali operazioni colturali dell’olivicoltura ligure”, presentato in live streaming su Facebook e Youtube.

Il progetto, che ha come capofila il Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica della Confederazione Italiana Agricoltori di Imperia e come partner l’Università di Genova, l’Azienda Agricola Valle Ostilia di San Bartolomeo al Mare e la Cooperativa Olivicoltori Sestresi, verrà realizzato nei prossimi due anni, nell’ambito di una misura del Programma di Sviluppo Rurale, come ha spiegato Riccardo Giordano della Cia imperiese.

Il progetto mira alla creazione di un esoscheletro passivo, che consenta di ridurre la fatica di chi lavora in campagna e dunque risulta interessante per gli operatori, come Stefano Roggerone, presidente della Cia e olivicoltore. Marco Cusinato, della cooperativa degli olivicoltori sestresi, ha evidenziato come questo tipo di progetto sia particolarmente importante in un territorio come quello ligure. Il progetto si propone di trasferire la tecnologia esoscheletrica dalle applicazioni industriali al settore agricolo. Si tratta quindi dell’ingresso dell’ingegneria nel settore agricolo, come evidenziato da Giorgio Petronave, dell’Università di Genova.

Si lavora alla realizzazione di un prototipo di esoscheletro passivo per aiutare nelle operazioni in campagna, a cominciare dall’abbacchiatura delle olive

Marco Testa dell’università di Genova ha sottolineato come l’applicazione di un esoscheletro in agricoltura vada a soddisfare sia le esigenze legate alla produttività, che quelle legate alla persona. L’importante ruolo della biomeccanica in questo progetto che vede lavorare a braccetto diverse specialisti e ricercatori universitari, di rami differenti, è stato spiegato da Francesco Crenna, anch’egli docente dell’Ateneo genovese. Matteo Zoppi dell’Università di Genova ha puntato l’attenzione sulla funzione dell’esoscheletro passivo, nell’ottica di realizzare un prototipo specifico sulle necessità degli operatori olivicoli, partendo dal supporto alle attività di abbacchiatura che presentano elevati regimi di affaticamento dell’operatore.

Grazie a questo progetto, che mette al lavoro su uno stesso problema tanti settori scientifici, attraverso lo studio delle attuali tecnologie esoscheletriche passive, si punta alla realizzazione di un prototipo destinato a rispondere alle necessità degli operatori olivicoli. Il cammino verso il futuro è iniziato anche fra gli ulivi della Liguria.

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