La Regione ha approvato il progetto dell’Istituto Ruffini di Imperia volto a creare l’Accademia Ligure dell’Agroalimentare che proporrà il corso per Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni nella filiera olivicola-olearia. L’obiettivo è formare professionisti specializzati nella realizzazione e sviluppo del prodotto, nelle tecniche di marketing, pubblicizzazione e commercializzazione dei prodotti naturali e di qualità, in ottica etica di integrazione con il territorio, che permetterà quindi sia di perseguire quello sviluppo sostenibile delle filiere agroalimentari ed enogastronomiche, che possono diventare il motore trainante del futuro economico dell’intero Ponente Ligure e nello stesso tempo contribuire a creare nuove opportunità di lavoro, per contrastare lo spopolamento dell’entroterra.
Il corso sarà operativo entro il prossimo autunno e durerà 4 semestri per almeno 1800/2000 ore nel biennio di cui il 50% tenute da docenti provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni; il 30% del monte totale è costituito da stage aziendali.
Luca Ronco, preside dell’Istituto Ruffini: “Un progetto strettamente legato al mondo del lavoro. La sede a Imperia, in piazza Ulisse Calvi”
Spiega Luca Ronco, preside dell’Istituto Ruffini di Imperia: “Con questo riconoscimento della Regione, partirà l’accademia ligure dell’agroalimentare. Formazione tecnica superiore, unica in Liguria, per uno dei settori più trainanti e che offre possibilità di lavoro per il futuro”.
Uno sguardo anche verso le imprese?
“Certamente. Il valore aggiunto di questo risultato è la cordata che ci ha portato ad ottenere l’ITS a Imperia. Abbiamo aziende del valore dell’Olio Carli, la Raineri, l’Olio Roi, ma anche entità giuridiche di alto livello, come Slow Food Italia, che per la prima volta partecipa come socio fondatore a un ITS Agroalimentare. C’è il Comune di Imperia, che ci ha dato la sede in Piazza Ulisse Calvi, la Provincia di Imperia, l’ONAOO, la Scuola alberghiera di Alassio, che collaborerà con noi. Tutto al fine di poter creare figure tecniche, che sono richieste e fondamentali per il rilancio del territorio”.
Un qualcosa dunque che guarda concretamente al mondo del lavoro?
“Assolutamente si. Ci sarà un biennio di formazione, con 1800 ore, di cui 600 in stage presso le aziende, al fine di formare tecnici preparati. Da non dimenticare, poi, l‘Università di Genova, che partecipa anche lei come socio fondatore di questa attività”.
A cura di Andrea Pomati e Ornella Forte