“Non c’è nessuna emergenza sanitaria. Il Covid è una sindrome influenzale curabile, con una mortalità bassissima. Noi non siamo negazionisti, noi rivendichiamo il diritto alla libertà e il diritto al lavoro”.
Manifestazione di protesta pacifica nella tarda serata di oggi, 21 dicembre, davanti alla Prefettura di Imperia, da parte del Movimento Imprese Italiane.
Nel corso del presidio, il presidente del Movimento, Maurizio Pinto, ha annunciato di essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla Questura di Imperia con le accuse di diffamazione, istigazione a disobbedire alle leggi e minacce al corpo amministrativo dello Stato.
I manifestanti, molti di quali commercianti, hanno esibito striscioni di protesta e testimoniato ai cronisti presenti le proprie difficoltà economiche per via delle restrizioni imposte dalle norme anti-covid.
Presidente Movimento Maurizio Pinto – Il comizio
“Siamo stanchi di vedere i nostri diritti violati, di vedere le nostre attività che quotidianamente non possono effettuare un lavoro programmato. Siamo qua per riprendere le parole del nostro Presidente della Regione Giovanni Toti che questa volta condividiamo in pieno. Visto che la Liguria, guardiamo anche noi il nostro orticello, ha un indice Rt 0.7 noi non riusciamo a capire per quale motivo la Liguria debba tornare in zona rossa, considerando che non lo è mai stata zona rossa, anche quando la situazione epidemiologica era ben più grave di quella di adesso.
Noi non possiamo tollerare una situazione del genere senza lanciare un segnale.
Tutto il nostro direttivo si autodenuncia. Noi rivendichiamo il diritto alla libertà e il diritto al lavoro. Noi non vogliamo disobbedire, noi chiediamo che vengano rispettati i diritti espressi dalla costituzione italiana. La Costituzione italiana è fondata sul lavoro, chiediamo di poter lavorare, chiediamo che le nostre aziende possano lavorare. Perchè un’azienda non può subire quello che sta subendo adesso. Apri, chiudi, apri di nuovo, chiudi un’altra volta. Come può un’azienda stare in piedi? Com’è possibile che siamo l’unico stato in Europa a cui non è permesso alle famiglie di riunirsi per Natale? Tutte le restrizioni che abbiamo visto in Europa non hanno comunque portato a passare il Natale lontani dalle famiglie. Adesso lo vediamo tutti cosa sta succedendo, abbiamo la variante. Abbiamo una novità che arriva dall’Inghilterra. E allora cosa dovremmo fare? Ricomincia per l’ennesima volta questa manfrina a cui siamo sottoposti? Che ci porterà nell’anno nuovo a fare un vaccino?
Il Movimento Imprese Italiane non è no vax. Chi ci accusa di negazionismo non ha capito cosa diciamo. Noi non siamo dei negazionisti, perché abbiamo detto fin dall’inizio che il Covid esiste, è una sindrome influenzale curabile. E allora curatelo, potenziate gli ospedali, le strutture sanitarie. Ma non potete chiudere le aziende e limitare le libertà delle persone. Il vaccino non deve essere obbligatorio, noi chiediamo la libertà di scelta. Chi vuole si farà un vaccino, che noi riteniamo inutile, chi non vuole non si farà un vaccino. Questo è quello che noi sosteniamo”.
Presidente Movimento Maurizio Pinto – Le domande dei giornalisti
“Sono stato indagato dalla Questura di Imperia. Mi contestano tre reati. Noi riteniamo che sia stato violato il mio diritto di opinione. Noi con questa disobbedienza intendiamo solo dire che vogliamo far rispettare la Costituzione Italiana che dice che le aziende devono e possono lavorare. Non possono chiudere. Noi diciamo, c’è il virus? Curatelo. Ma non potete chiudere le aziende, perché le aziende, non solo quelle liguri hanno bisogno di lavorare, sono al collasso. Le libertà delle persone sono inviolabili, noi non ce la facciamo più, le persone sono esasperate.
Mi vengono contestati i reati di diffamazione, incitamento alla disobbedienza civile e minacce al corpo amministrativo dello Stato. Io ho solo detto che faremo delle proteste, non possiamo obbedire a quella che è diventata una dittatura. Notizia di oggi è che a Roma hanno dato l’ok per entrare nelle case degli italiani. Se non è una dittatura questa, non sappiamo più come definirla. Noi in questo momento sposiamo appieno le parole del Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti che mai come in questo momento è stato equilibrato. Le sue parole sono state giustissime. Se la Liguria non è mai stata in zona rossa, neanche quando aveva indice Rt di 1.2, 1.3, 1.4, per quale motivo lo dovrebbe essere adesso che ha un Rt di o.7? I dati sono molto migliorati.
Noi non abbiamo la mascherina perché riteniamo che non esista un’evidenza scientifica che la mascherina protegge dal virus. Noi siamo per la libertà delle persone, non violiamo nessuna legge. Esiste invece una legge che vieta di presentarsi a volto coperto in un luogo pubblico”.
La rabbia degli attivisti
“È un piccolo gesto, siamo venuti qua a manifestare. Abbiamo chiuso tutto quando ci hanno detto di stare chiusi, ci hanno detto che lo facevano per farci passare un Natale aperto. Tantissimi nostri colleghi hanno riempito i frighi, abbiamo ordinato viveri. Una settimana prima ci dicono che non si fa niente, ci vedremo dal 6 di gennaio in poi. Dipendenti a casa, noi che non sappiamo se lavorare, la merce vedremo cosa farne, noi nel nostro locale abbiamo diminuito le persone per via dei distanziamenti”.
“Ci hanno detto che la salute veniva garantita mantenendo le distanze e con la mascherina obbligatoria, abbiamo fatto mille attenzioni e 4 giorni prima ti dicono che sei chiuso. Hai le derrate alimentari, te le tieni e saranno da pagare. Dobbiamo pensare anche ai nostri dipendenti che hanno passato un anno terribile, nella loro busta paga con la cassa integrazione gli è arrivato il 40% e non è neanche arrivato subito, ma dopo 3 o 4 mesi. Ma la gente come deve fare? Qua siamo tutte persone per bene, ma qualcuno che perde la testa prima o poi si trova, la fame è una brutta bestia. Non ci possono portare a subire questo, poi la gente non ce la fa più. Abbiamo ricevuto delle risorse inadeguate per quelle che sono i nostri costi”.
“Vogliamo tenere aperti i nostri locali, lavorando in sicurezza, ma senza dover chiudere in continuazione. Lavoriamo 10 ore al giorno con la mascherina sulla faccia, rispettiamo le distanze e abbiamo perso un sacco di clienti. Volevo dire due parole a chi stasera non è venuto, troppo comodo lamentarsi e poi quando c’è da fare qualcosa nessuno si fa vedere. Io sono molto dispiaciuta, mi rivolgo soprattutto ai miei colleghi che non sono venuti. Noi siamo qui sotto la pioggia a chiedere di essere più liberi, lavorare in tranquillità. Sono molto delusa dei colleghi di Imperia, delusa e dispiaciuta. Non esiste una cosa del genere, dovevamo dare voce tutti quanti almeno a farci vedere e farci sentire. Non so se a loro va bene lavorare così e accontentarsi di questi 4 spiccioli che ci danno e che non bastano neanche a pagare la bolletta della luce. Le persone da mesi sanno che dobbiamo fare qualcosa, lottare insieme, è in gioco la nostra vita per il nostro lavoro, il nostro futuro, i nostri figli. Invece no, non c’è nessuno. Stasera se ci sono 10 ristoratori e baristi di Imperia è già tanto”.
Il comunicato del Movimento Imprese Italiane di Imperia
“Dal momento che state indagando il nostro presidente, mettendo sotto accusa la sua libertà di pensiero e la sua libertà di opinione, noi siamo qui a dimostrare la nostra solidarietà a chi rappresenta e reclama il nostro diritto a vivere e lavorare. Noi del direttivo Movimento Imprese Italiane ci autodenunciamo alla Questura di Imperia per gli stessi presunti reati per cui è indagato il nostro presidente.
Non esiste alcuna legge che possa impedire alle attività commerciali di svolgere il proprio lavoro o addirittura obbligarle alla chiusura. I dpcm e i decreti legge del Governo sono illegittimi e incostituzionali. A quali ipotesi di reato si fa riferimento se non esiste una legge che possa essere violata?
Esortiamo il Governo a rispettare la Costituzione e se per questo dovremo essere indagati e sottoposti a regolare processo ci dichiareremo colpevoli davanti a un giudice. Noi reclamiamo la libertà che la nostra Costituzione che ci riconosce. Noi vogliamo esercitare il nostro diritto al lavoro. Noi vogliamo vivere la nostra socialità, dare da mangiare alle nostre famiglie.
L’emergenza sanitaria non esiste realmente, i numeri sono manipolati e la Sars Covid 19 è una sindrome influenzale curabile, con un tasso di letalità bassissimo. La compressione dei nostri diritti è diventata un abuso, un sopruso, una prevaricazione ingiustificata”.