Ne ha per tutti il Sindaco di Imperia Claudio Scajola al termine dell’incontro con le Commissioni Consiliari nel corso del quale ha presentato il progetto di completamento del porto turistico di Imperia.
Il primo cittadino non ha risparmiato parole dure per il Copi, titolare della concessione dell’area cantieristica del porto (“un consorzio fasullo“) e per l’ex amministratore unico della Porto di Imperia Spa Giuseppe Argirò, relativamente al ricorso presentato dall’ex manager (“meglio che quelli che hanno pasticci del porto non si occupino“).
Imperia: porto, Scajola senza freni
“Con il Consiglio comunale del 29 dicembre si conclude un iter lunghissimo, che mi ha impegnato da due anni e mezzo. Ho accettato di fare il Sindaco con l’impegno di far ripartire il porto. Un’impresa complicatissima, pieno di grovigli dal punto di vista giuridico e giudiziario, complessa, che coinvolge tantissimi enti e diverse autorità dello Stato. Molto complicato.
Il 29 dicembre, se, come penso, sarà approvato il progetto, comincerà la nuova era del porto turistico di Imperia, la ricostruzione delle parti che sono mancanti, il contatto più forte fra il porto e la città, in quanto sono previste opere di urbanizzazione per otto milioni di euro, che metteranno insieme oneri di concessione e oneri di urbanizzazione, per collegare la viabilità, i percorsi pedonali, del porto nuovo con il parco urbano e Calata Cuneo. Uniamo la città con un nuovo fronte mare, che ci auguriamo darà lavoro“.
Ha definito il porto un servizio pubblico locale. Ha cambiato idea rispetto al passato, dunque?
“No. Noi diciamo che, avendo scelto di fare il porto in house, riteniamo che si possa fare in house come opera pubblica senza fare gara, è molto diverso. Oggi, in base alla legislazione, se si fa un porto turistico, bisogna pubblicare e fare una gara. Noi abbiamo scelto di farlo direttamente. Per farlo direttamente, abbiamo motivato, con pareri regali, che possiamo farlo perché è un’opera pubblica locale. E pensiamo che i nostri pareri saranno condivisi”.
Che futuro ha la cantieristica?
“Imperia ha già diversi cantieri, qualcuno storico, qualcuno più recente. La cantieristica del porto nuovo è molto pasticciata, litigano tra di loro. E’ un consorzio fasullo. Ci stiamo mettendo le mani, il dirigente del settore ha fatto già delle ispezioni per verificarne la regolarità. E dobbiamo levare quel mucchio di terra che c’è a fianco perché dobbiamo allargare la zona cantieristica. Poi ci sono altri interessi che stanno venendo fuori da altre realtà italiane e che vorrebbero degli spazi. Perché se questo porto riparte, e finalmente possiamo dire, il 29 sera, che il porto riparte, c’è bisogno che il porto con più posti barca in tutto il Mediterraneo abbia una importante cantieristica dietro. E quindi stiamo valutando anche sulla zona di Oneglia di incrementare la cantieristica”.
Teme il ricorso dell’ex manager della Porto di Imperia Spa Argirò?
“Ci sono due problemi sul ricorso di Argirò. Il primo, non voglio fare l’amministrativista, a che titolo? Perché la Porto di Imperia Spa è rappresentata dai commissaria giudiziali. Il ricorso di Argirò che è stato 10 anni fa un amministratore del porto mi pare non ammissibile. Comunque lo vedranno gli avvocati. Nel merito, poi, in troppi hanno fatto pasticci ed è meglio che quelli che hanno fatto pasticci del porto non si occupino”.
La sentenza della Cassazione sul fallimento? Un ritorno in bonis della Porto di Imperia Spa la preoccupa?
“No. Il problema è la concessione. Se la Cassazione decidesse di far tornare in bonis la Porto di Imperia Spa, comunque il valore della Porto Spa è la concessione. Se la concessione non ce l’ha perché è decaduta credo che sia una cosa di poco conto”.