“Il rientro a Zanzibar, a novembre, è stato quasi paradossale. Abbiamo affrontato il lungo viaggio in aereo con la mascherina e, arrivati qui, eravamo gli unici a indossarla. È stato come essere catapultati in un altro mondo, dove la vita era tornata alla normalità“.
Queste le parole degli imperiesi Alessia Locascio e Andrea Boero per descrivere le sensazioni provate al momento del loro rientro a Zanzibar, isola principale dell’omonimo arcipelago in Tanzania, nell’Africa orientale, dove da diversi anni portano avanti la loro società di servizi turistici, che gestisce i brand Luxury Short Safari e Premium charter service.
Il paese è balzato recentemente agli onori della cronaca mondiale perché, da mesi, è stato fermato il conteggio dei malati Covid e il presidente John Magufuli ha dichiarato che il virus è stato sconfitto. Una situazione vista però con perplessità dai paesi esteri, tanto che la Farnesina ha invitato alla cautela in mancanza di informazioni certe.
Per avere un quadro più chiaro della vicenda, ImperiaPost ha chiesto alla coppia di imperiesi di raccontare la loro esperienza.
Imperia: Alessia, Andrea e lo strano caso di Zanzibar, l’isola “Covid free”
Avete vissuto la prima ondata a Zanzibar, come è stata?
“C’era allarme e un po’ di tensione perché non si sapeva cosa fosse e, soprattutto, per l’incertezza del futuro. Le persone hanno iniziato a indossare le mascherine e a osservare le precauzioni necessarie. Si temeva soprattutto per una possibile instabilità economica del paese. L’ambasciata ci aggiornava costantemente sul numero di malati. Fortunatamente, non ci sono stati tantissimi casi, qualche centinaio in tutta la nazione.
Dopodiché avete trascorso alcuni mesi in Italia e successivamente siete tornati a Zanzibar. Come avete trovato l’isola al vostro ritorno?
Sì, a maggio, dopo aver rimpatriato i connazionali attraverso il nostro brand Premium Charter Service, siamo tornati in Italia per 6 mesi, seguendo il lavoro, che ha subìto ovviamente un brusco calo per la pandemia, da remoto.
Il rientro a Zanzibar, a novembre, è stato quasi paradossale. Abbiamo affrontato il lungo viaggio in aereo con la mascherina e, arrivati qui, eravamo gli unici a indossarla. È stato come essere catapultati in un altro mondo, dove la vita era tornata alla normalità.
Com’è la situazione adesso?
La vita scorre diciamo normalmente. I turisti arrivano numerosi. Sono specialmente russi, ma anche arabi, rumeni, polacchi e bulgari. Le persone osservano alcune precauzioni, come disinfettarsi le mani spesso, ma le mascherine non le indossa quasi nessuno. Il presidente della Tanzania ha dichiarato che il paese è Covid Free. In un suo discorso ha anche detto che il paese non si può permettere di rimanere in lockdown, altrimenti la crisi avrebbe conseguenze disastrose, e ha invitato tutti a fare attenzione, ma di continuare a lavorare.
Effettivamente, gli ospedali non sono sotto pressione, le terapie intensive non sono intasate. Qualche caso ci sarà, ma ci sono dei fattori che probabilmente fanno sì che il virus qui non faccia particolare breccia. In particolare il clima caldo e umido potrebbe non favorire la diffusione (anche in Italia quest’estate abbiamo osservato un calo della diffusione). Inoltre, il sistema immunitario dei locali, abituati a malaria, ebola e altre malattie, è molto forte. Qui c’è poi l’abitudine a vivere molto all’aperto, che sicuramente aiuta, e a bere miele e ginger al mattino, che ha molte proprietà benefiche per l’organismo.
Voi come vivete questo momento?
Noi continuiamo a lavorare. Fortunatamente, grazie alla grande presenza di turisti la nostra attività va benissimo. Non ci possiamo lamentare. Facciamo sport ogni giorno e tuteliamo la nostra salute. Ci dispiace molto vedere che invece in Italia, dove abbiamo parenti e amici, la situazione è completamente diversa e molto più critica. Speriamo che l’emergenza possa rientrare presto”.