Dopo la giunta ecco i nostri voti ai componenti del Consiglio Comunale (PARTE 1):
Andiamo in ordine alfabetico:
Guido Abbo (Imperia al Centro) voto 6.5: Tra pochi oppositori, almeno ci prova, del sindaco Scajola. Abbo è la dimostrazione vivente che spesso e volentieri i “tecnici prestati alla politica” mancano del graffio necessario. Subisce il confronto con Claudione che più di una volta lo asfalta sul piano dialettico. Volenteroso.
Elisa Arcella (Imperia Insieme) voto 4.5: Soldato di fanteria, esegue gli ordini senza porsi molte domande. Anche quest’anno il suo contributo è stato pressoché nullo. Ormai facciamo difficoltà ad abbinare il suo nome al volto durante l’appello del segretario. Pedina.
Orlando Baldassarre (Area Aperta) voto 4: Tra una veglia e l’altra Don Orlando, luogotenente delle Sentinelle in Piedi, trova anche il tempo di collegarsi per il Consiglio comunale. La Legge Zan è stata approvata e adesso il circolo gay-trans-lesbo lo sta cercando per regalargli un abbonamento alla rivista arcobaleno. Bacchettone.
Martina Bencardino (Obiettivo Imperia) voto 4: Interviene sulla pratica del porto premettendo di non voler entrare nel merito. L’apoteosi della politica 2.0. Tutto onore e zero oneri. Nel merito dovrebbe entrarci eccome visto il ruolo che ricopre. I suoi interventi sono telecomandati dal capogruppo o imposti dal sindaco (vedi endorsement per la candidatura di Sappa). Agli ordini.
Pino Camiolo (presidente del consiglio) voto 6: Illuminato sulla via di Damasco, il buon Pino sembra aver ritrovato una parvenza di imparzialità. Equilibrato nella gestione delle seduta online nonostante cazziatoni del Sindaco, gaffe, sfuriate, crisi di nervi e microfoni aperti. Un consiglio: compri un corso online di informatica ai consiglieri. Regista.
Enrica Chiarini (PD) voto 4.5: Il PD faccia tesoro di questa esperienza e al posto di piangersi addosso la prossima volta candidi chi, anche se non è figlio o nipote di…, abbia la voglia, la passione e soprattutto il tempo per fare politica. Etcoplasma.
Daniele Ciccione (Obiettivo Imperia) voto 5: Dal campo di calcio allo scranno in Consiglio comunale è un soffio. Spara contro contro il vice sindaco Fossati per il rinvio di una Commissione. Maligni parlano di un Ciccione armato di manuale Cencelli vagare nei corridoi di Palazzo civico. Agli ordini del primo cittadino, Ciccione incassa la nomina del figlio a commissario di Forza Italia. Insoddisfatto.
Giuseppe Falbo (Area Aperta) voto 3: Da neofita della politica, nel 2020 si è trasformato a spaccone del Consiglio comunale dopo il caso Go Imperia, con l’appalto di pulizie al quale ha rinunciato. Memore dell’accaduto, con la sua ditta partecipa e vince la gara di appalto per le pulizie negli stabili comunali indetta dalla Seris. “Il sindaco ha detto che posso” ha risposto a chi gli ha mosso ragioni di inopportunità. Emblema dell’interesse personale. Dovrebbe ricordarsi che ci si candida a consigliere per dare una mano alla città e non viceversa. Opportunista.
Luca Falciola (Imperia Insieme) voto 5: Highlander della vecchia politica, sentendolo e vedendolo parlare si può viaggiare, senza la DeLorean, nell’82. Suo padre, il dott. Falciola, malgrado non sia più di primo pelo è senz’altro più giovanile. L’influenza del suo Dominus (Erminio Annoni, ndr) è marcata durante l’esposizione dei concetti. Dinosauro.
Gianfranco Gaggero (Forza Imperia) 6: L’ispettore Gaggero (questa è per veri amanti delle pagelle) si commuove durante il suo intervento sul porto, rientrando nel Guinness di primati per il consigliere più sensibile. Il voto a favore della pratica proposta dalla maggioranza stride con il suo mandato politico-elettorale. Romantico.
Vincenzo Garibbo (Area Aperta) voto 7: Non le manda a dire a nessuno anche se poi, alla fine, rientra sempre nei ranghi. Epico il suo intervento sul presidente dell’Isah Stefano Pugi. Presente e attento alla discussione. Vincent è un uomo Libero.
Monica Gatti (Lega Nord) voto 5: Il suo cambio di rotta, nel giro di un’ora, sulla pratica sul porto turistico è la dimostrazione che ha tante idee e ben confuse. Si candida alle Regionali, sostenendo il suo partito, per poi lamentarsi con lo stesso per un presunto mancato appoggio. Smarrita.
Claudio Ghiglione (Imperia Insieme): A lui dedichiamo le pagelle di quest’anno. La sua mancanza si sente eccome. Rinnoviamo la nostra vicinanza alla famiglia.
Sonia Ilacqua (Imperia Insieme) voto 4: Vedi voto Arcella con patate. Prima del Covid pensavamo mandasse un ologramma in Consiglio comunale tanto da farci venire voglia di alzarci e darle un pizzicotto per vedere se fosse vera. Ora, con il Consiglio in streaming, non abbiamo neanche questa possibilità. Disinteressata.
Davide La Monica (Vinci Imperia) voto 7.5: Opposizione forte, coraggiosa e preparata. L’anno politico di La Monica è andato bene fino all’ultimo Consiglio comunale nel quale sulla pratica porto ha perso gran parte del proprio io “rivoluzionario”, guadagnandosi un mezzo voto in meno. Il futuro da capogruppo di “Cambiamo” lo sta per catapultare nella politica che conta. Promessa.
Andrea Landolfi (Obiettivo Imperia) voto 3: “Siamo su scherzi a parte” il commento del primo cittadino ad una delle sue invettive contro Fossati, che, a sua volta, lo ha asfaltato. Inconsapevole dei suoi limiti, Landolfi vince il premio Oscar per caduta di stile quando parla della possibile candidatura della Gatti a consigliera regionale grazie alle quota rosa. A forza di tirate di orecchie potrebbe capire la lezione e se andasse male gli resta una parte da attore non protagonista nel prossimo Dumbo. Saccente.