23 Novembre 2024 08:51

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23 Novembre 2024 08:51

Covid, Imperia: zona gialla, riaprono i bar tra dubbi e incertezze. “Basta aperture a singhiozzo. I contagi aumentano lo stesso, il problema non siamo noi” / Foto e video

In breve: Dopo un weekend in zona arancione, Imperia, come tutta la Liguria, torna in zona gialla "rafforzata e i bar, così come ristoranti, hanno potuto riaprire al pubblico.

“Non ne possiamo più di aperture a singhiozzo, impossibile organizzarsi”. Questo il commento dei baristi imperiesi, che, dopo il weekend in zona arancione, da oggi, lunedì 11 gennaio, fino almeno al 16, possono tornare ad aprire le porte delle loro attività ai clienti. 

Covid: Imperia in zona gialla, riaprono bar tra dubbi e incertezze

Dopo un weekend in zona arancione, Imperia, come tutta la Liguria, torna in zona gialla “rafforzata” (vietati gli spostamenti tra regioni) e i bar, così come ristoranti, hanno potuto riaprire al pubblico.

Il clima, però, non è dei migliori, perché il timore è quello di ulteriori chiusure, dato che, visto l’andamento in risalita dei numeri della pandemia, il Governo sembra intenzionato a disporre nuove restrizioni con il DPCM atteso per il 16 gennaio, data in cui scadrà il provvedimento firmato lo scorso 3 dicembre.

Una prospettiva che preoccupa non poco i commercianti, che da mesi ormai continuano a lavorare con aperture a “singhiozzo”.

Tra le anticipazioni del nuovo DPCM, c’è il possibile divieto di asporto per i bar dopo le ore 18, per evitare “aperitivi” improvvisati poco lontano dai locali. Una misura che per molti baristi imperiesi non avrebbe grandi ripercussioni, dato che, per via dell’emergenza, già da tempo hanno anticipato l’orario di chiusura.

Bar Al punto giusto

“Viviamo alla giornata. Riapriamo adesso e aspettiamo di sapere cosa decidono venerdì. Così è dura. Non riusciamo a dare continuità. Quando si riapre si lavora poco. Abbiamo perso dicembre, che per bar e ristoranti, è il mese più importante. Ci avevano detto ‘chiudete a novembre per fare dicembre tranquilli’ e poi l’abbiamo fatto chiusi. Sono cose che non recuperi più, sono danni enormi.

I ristori non sono arrivanti ancora a nessuno, oltretutto calcolati su aprile 2019, che non si può paragonare a dicembre.

Personalmente l’asporto non lo sto facendo perché non riesco a farlo, logisticamente mi rimane difficile.

La cosa assurda è che continuano a chiudere bar e ristoranti e continuano ad aumentare i contagi. Forse il problema non siamo noi”.

Bar Danais

“Non riusciamo mai a sapere se l’indomani siamo aperti. Il problema è che ci avvisano sempre all’ultimo momento. Noi facciamo la spesa e tante volte buttiamo la roba. 

Noi chiudiamo alle 18, quindi se vietano l’asporto non è un problema per noi. Speriamo si normalizzi tutto”.

Bar Vergnano

“Speriamo che la settimana sia tutta dello stesso colore e che questo sia di buon auspicio. Aspettiamo venerdì per vedere cosa dirà il nuovo DPCM. Sicuramente non è facile organizzare il lavoro, devi adeguarti, i clienti ci danno una mano perché capiscono le difficoltà.

Noi chiudiamo alle 18, non facciamo asporto dopo quell’ora”.

Bar Rondò

“Bisogna vedere cosa decidono per il futuro. Siamo un po’ chiusi, un po’ aperti, stiamo andando fuori di testa. Anche per i fornitori è un problema, non sappiamo come ci dobbiamo comportare. Asporto lo sto facendo per ora, vedremo.

Ora chiudo alle 18, in zona arancione chiudevo alle 16. È un gran cambiamento, perché alla sera non si fa più aperitivo, non c’è più gente. Alle 18 meno 5 vanno via tutti. La speranza è che si ritorni a vivere. C’è il virus, ma non penso che il problema siamo noi, bar e ristoranti”.

Dante’s Caffè

“Viviamo alla giornata. Oggi apriamo, vediamo come va la settimana ma ci aspettiamo modifiche dall’oggi al domani. Non è facile un giorno essere aperti, un giorno fare asporto, un altro rimanere chiusi. Con il senno di poi avrei preferito all’inizio fare piuttosto tre mesi di totale chiusura e poi ricominciare. Altrimenti non è fattibile. È difficile gestire gli ordini. Non sai cosa ordinare, quanto. Nei periodi festa è stato difficile”.

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