“Una vera e propria ondata di solidarietà mi ha convinto a non mollare”. Lo racconta Brunello, titolare, insieme alla moglie Olimpia, del Bar “Da Brunello” di piazza dell’Unità Nazionale, nei pressi della vecchia stazione di Oneglia.
Stremato dalle difficoltà economiche conseguenti alla pandemia, Brunello, 50enne, da oltre 30 anni nel settore della ristorazione imperiese, era arrivato al punto di decidere di chiudere il bar, aperto da circa 2 anni, annunciando a malincuore la notizia sui suoi canali social.
Quello che non si aspettava, però, è la valanga di messaggi pubblici e privati (centinaia) da parte di clienti affezionati, colleghi e amici, per spronarlo a resistere. Commossi da tanto affetto, Brunello e la moglie hanno quindi deciso di non mollare e, questa mattina, hanno tirato nuovamente su la serranda.
Imperia: Brunello non si arrende alla crisi grazie all’affetto dei clienti e dei colleghi
Come mai voleva chiudere?
“Volevo chiudere perchè sono demoralizzato per tutto quello che sta accadendo a me e a tutti i miei colleghi. Sono demoralizzato perchè non vediamo via di uscita.
Ho aperto la mia attività un anno e mezzo fa, sono stato conosciuto perchè ero l’unico bar a Imperia aperto 24 ore. Mi sono fatto conoscere in una zona un po’ disagiata”.
Cos’è successo quando ha pubblicato l’annuncio sui social?
“Ero disperato. Con l’annuncio su Facebook ho detto: chiudo l’attività. Devo dare atto che sui social colleghi, amici, una marea di gente mi ha dato la forza di andare avanti.
La mia socia, nonchè mia moglie Olimpia, mi ha dato la forza più grande. Ma non mi aspettavo la solidarietà di tutti i colleghi e dei clienti. Oggi è tutta la mattina che continua a venire gente a farmi i complimenti, dicendo di tenere duro”.
Come l’ha presa questa ondata di solidarietà?
“Commosso è dire poco, non me lo aspettavo, ringrazio tutti. Colleghi di pizzerie, di altri bar che sono venuti qua o anche solo che mi hanno mandato dei messaggi per dirmi di non mollare, non darla vinta a nessuno. È quello che mi ha fatto cambiare idea”.
La crisi economica comunque rimane. Quale speranze ci sono?
“Spero che noi tutte piccole partite iva e non solo riusciamo a fare una cosa generale da farci ascoltare, da farci capire.
In questi momenti arriveranno nuove bollette. È arrivata la bolletta della spazzatura, che poi è il saldo dello scorso anno, ora dovrà arrivare da pagare la Rai, la Siae, il suolo pubblico.
Se non lavoriamo, come facciamo a pagare? Chiedetelo ai commercialisti, a gente del settore che si occupa di conti, quest’anno è stato un massacro. Se questo massacro continuiamo a farlo andare avanti, dobbiamo chiudere per forza. Non si dorme più.
Parlavo con la collega della Peperetta Dispettusa e anche lei non dorme, siamo tutte le sere svegli a guardarci, parlarci, messaggiarci, non solo con lei ma anche con altre persone. Siamo veramente disperati”.
Però rimane la solidarietà dei clienti.
“I clienti ci stanno dando la forza di andare avanti. Anche tra colleghi c’è tanta solidarietà. Sono quelle cose che ti fanno dire di andare avanti, non chiudiamo, proviamoci”.