26 Dicembre 2024 01:39

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È del padre del sindaco Carlo Capacci il capannone affittato dalla Tra.De.Co. Spa. Il primo cittadino: “Dissi a mio padre che non era opportuno, non mi ascoltò”.

Il piazzale antistante al capannone di Ciro Capacci con i mezzi della Tra.De.Co. Spa
Il piazzale antistante al capannone di Ciro Capacci con i mezzi della Tra.De.Co. Spa

È il 7 giugno, a soli tre giorni dal ballottaggio elettorale, quando Capacci firma un contratto d’affitto del suo capannone in favore della Tra.De.Co Spa, la società pugliese che si è aggiudicata l’appalto multimilionario della raccolta dei rifiuti in 35 comuni della provincia. Si tratta di Ciro Capacci padre del neo sindaco di Imperia, Carlo Capacci, proprietario del capannone situato in via Argine Destro al civico 627. Gli amministratori a Tra.De.Co. Spa, nelle scorse settimane, si sono messi alla ricerca di un capannone dove parcheggiare i propri mezzi una volta finito il turno e, probabilmente, uscendo dalla sede dell’EcoImperia dopo le trattative per l’affitto dei mezzi e dei locali in uso alla società, (di proprietà al 51% del Comune di Imperia,ndr), si sono imbattuti nel cartello affittasi (dell’agenzia “Il Sensale”) appeso al cancello del capannone della famiglia Capacci, nello specifico del capo famiglia Ciro.

Progettato dall’attuale sindaco e costruito nel ’92 dal padre, il capannone, ospitava un’azienda che affittava gru e altri mezzi per l’edilizia. Oggi, ospita, una ventina di mezzi della Tra.De.Co Spa, la società sulla quale Capacci, aiutato dal neo assessore all’ambiente Nicola Podestà, sarà chiamato a vigilare affinché rispetti tutti i parametri e i dettami del capitolato d’appalto.

Potrebbe esserci una situazione di incompatibilità? Era opportuno, seppur legittimo dal punto di vista legale, che il padre dell’allora quasi sindaco affittasse un capannone ad una società che ha rapporti economici con il Comune e sulla quale Capacci jr sarà chiamato a vigilare?

ImperiaPost l’ha chiesto proprio al sindaco che ha risposto così: “Il cartello “affittasi” -spiega Capacci – era almeno 3 mesi che era appeso al capannone di proprietà di mio padre. Quando mio padre mi disse di esser stato contattato dalla Tra.De.Co per il capannone, io non ero ancora sindaco ma comunque gli dissi che non ritenevo opportuno che lo affittasse a quella società ma lui, evidentemente, decise diversamente. Anche volendo – continua Capacci – non avrei potuto impedirgli di affittarlo e i soldi del canone non entrano sicuramente nelle mie tasche”.

Guardando le cose da un’altra prospettiva c’è da evidenziare che l’EcoImperia e la Tra.De.Co. Spa non hanno trovato un accordo e che grazie a Ciro Capacci e al suo capannone la Tra.De.Co. Spa è riuscita a far partire il servizio di raccolta della nettezza urbana.  

 

 

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