“Una rampa che segua l’ex sedime ferroviario dalla rotonda delle Carceri verso Borgo San Moro, sarebbe vitale per permettere la pedonalizzazione di Oneglia. Quando si ha il coraggio di fare delle scelte, bisogna mantenerle e dopo un po’ di tempo il ‘mugugno’ passa, ci vuole forza”.
Così il capogruppo di “Imperia al Centro” Guido Abbo descrive a ImperiaPost la proposta, illustrata ieri in Consiglio Comunale, che consentirebbe di alleggerire il traffico in funzione di una possibile pedonalizzazione del centro di Oneglia.
Pedonalizzazione Oneglia: la proposta di Imperia al Centro
Guido Abbo
Cosa prevede il progetto?
“Questa proposta riguarda la realizzazione di una rampa che dalla rotonda delle Carceri vada lungo il sedime della vecchia ferrovia fino a raggiungere un’altra rotatoria, questa già finanziata, che verrà realizzata sul sedime dei binari in corrispondenza dell’attuale sottopassaggio tra via Garessio e via Berio.
Dopo aver redatto il progetto per il Bando Periferie originario è venuta fuori questa idea progettuale che io avrei aggiunto tra le migliorie (la ditta, con i ribassi d’sta, realizza due chilometri di pista tra Oneglia e la Rabina e altri interventi che invece non condivido). Questa rampa sarebbe vitale per consentire a chi arriva da via Agnesi e deve andare in direzione Porto Maurizio di percorrere il vecchio tracciato ferroviario fino a Borgo San Moro. In questo modo ci si troverebbe in un attimo, con un rettilineo e due rotatorie direttamente oltre l’Impero senza passare da piazza Dante, senza fare il giro via Garessio, via Nobel, argini”.
Questo in che modo è collegato alla pedonalizzazione?
“Noi siamo d’accordo con il potenziamento di via Agnesi che sta progettando l’amministrazione (allargando la via e migliorando l’inserimento per chi arriva da Capo Berta facendo una bretella da via Diano Calderina fino a dietro a piazza Calvi), ma non basta, perché quando si arriva alla rotonda delle carceri si rischia di trovare un tappo. Tutto il progetto di pedonalizzazione non si riduce a questo. Pedonalizzare comporta delle scelte. Il motivo principale per cui noi abbiamo chiesto questa discussione è perché abbiamo visto che il Sindaco è solleticato dall’idea della pedonalizzazione, però ci vuole coraggio per fare queste cose. Noi lo stimoliamo a prendere coraggio perché è chiaro che è un tema difficile, divisivo, ci sarà sicuramente chi non è d’accordo e ci saranno ripercussioni sul traffico, almeno nel breve periodo, però è la strada giusta.
Bisogna spostare i flussi con queste infrastrutture e bisogna ridurre i flussi. Bisogna far capire i cittadini che devono muoversi diversamente. Molti di noi usano l’auto anche quando non è indispensabile”.
Quali tipi di sperimentazioni su modifiche alla viabilità potrebbero essere fatte?
“È un tema caldo. Potrebbe essere già fatta una sperimentazione oggi, creando un anello di sensi unici con attenzione via Des Geneys – via Agnesi, migliorando alcuni punti. Per esempio via Serrati dovrebbe essere a senso unico a scendere per non avere l’intoppo di chi sale e chi scende, via Magenta dovrebbe essere a senso unico a salire per scaricare via Agnesi.
Ci vuole del coraggio perchè oggi le infrastrutture viabilistiche non sono all’altezza. Sicuramente ci sarà più possibilità di farlo con la ciclabile, perché il cittadino avrà un’alternativa in più per andare a lavoro, usando la bicicletta. Porto – Oneglia sono distanti 3 km, in bici ci vogliono 5 minuti e sei arrivati, in macchina 3 minuti e poi devi cercare parcheggio. Chi non può andare in bici deve avere dei servizi navetta che colleghino i parcheggi grossi. Infrastrutture delocalizzate per togliere il più possibile parcheggi in centro dove non sono indispensabile, per evitare l’effetto “condor”, ovvero il fatto che su 10 auto che girano, 5 stanno andando da un punto a un altro, le altre 5 stanno volteggiando alla ricerca di un parcheggio.
Se quei pochi parcheggi, insufficienti, non ci fossero neanche, evito di volteggiare e vado direttamente nel piazzale poco più lontano dove c’è parcheggio ed evito di creare traffico e ingorgo”.
Ora quali sono i prossimi passi?
“Nl lungo periodo si può ripescare il progetto e cercare di finanziarlo in altro modo. Nel breve, le sperimentazioni possono essere fatte. Sicuramente va fatto uno studio serio sui flussi. Analizzando quante auto di quelle che passano vanno in via Agnesi, quante in via Belgrano, quante a Porto Maurizio, per prevedere quali possono essere gli effetti, sia sui flussi medi che sui flussi di picco.
Bisogna tenere conto che le persone poi si riadattano. Quando si ha il coraggio di fare delle scelte, bisogna mantenerle e dopo un po’ di tempo il mugugno passa, ci vuole forza”.
C’è apertura da parte dell’amministrazione?
“Mi sembra che il sindaco sia molto interessato al tema, lo stimola, forse lo spaventa. Il mio incentivo è ‘abbia coraggio, lasci un segno importante’. Lui vuole far vedere che fa, non sono le aiuole, i cento metri in più di asfalto, ma è cambiare questa città con una rivoluzione mentale che parta dalla bellezza e dalla riqualificazione urbana”.