8 Novembre 2024 08:29

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8 Novembre 2024 08:29

Morte Martina Rossi: il 21 gennaio si pronuncia la Cassazione. La requisitoria del Pg. “Indizi travisati”

In breve: L'attesa è finita. Domani, 21 gennaio 2021, a distanza di 10 anni da quella maledetta notte dell'agosto 2011, la Cassazione pronuncerà il verdetto.

L’attesa, per Bruno Rossi e Franca Murialdo, è finita. Domani, 21 gennaio 2021, a distanza di 10 anni da quella maledetta notte dell’agosto 2011, in cui la loro unica figlia, Martina, 20 anni, studentessa imperiese, perse la vita precipitando dal 6° piano dell’hotel Sant’Ana a Palma di Maiorca (dove era in vacanza con le amiche), la Cassazione pronuncerà il verdetto sulla sorte di Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni.

Morte Martina Rossi: giovedì 21 gennaio la sentenza della Cassazione

I due aretini vennero condannati in primo grado a 6 anni di carcere per tentata violenza sessuale e per morte come conseguenza di altro reato. Secondo l’accusa provocarono la morte della giovane Martina Rossi che perse la vita, cadendo dal balcone, nel tentativo di fuggire da una violenza sessuale.

Sentenza ribaltata in Appello con l’assoluzione dei due imputati dalla tentata violenza sessuale (“ipotesi solo possibile” per i giudici) e l’intervenuta prescrizione per la morte come conseguenza di altro reato. 

Ora la parola passa alla Cassazione. Il Pg, nella requisitoria depositata nei giorni scorsi, ha chiesto l’annullamento della sentenza di assoluzione e l’istruzione di un nuovo processo di Appello. Secondo il Procuratore Generale gli indizi sarebbero stati travisati in modo ” superficiale e “frammentario“, “non collegando gli uni agli altri ai fini della valutazione globale”.

Tra gli elementi trascurati nella sentenza di Appello, in particolare, l’intercettazione ambientale in cui Vanneschi e Albertoni, in attesa di essere interrogati dalla Polizia Giudiziaria, esultano perché sul corpo di Martina Rossi non sono state trovate tracce di violenza sessuale.

A Genova, nel frattempo, ha preso il via il processo ad altri due giovani, Federico Basetti ed Enrico D’Antonio, che si trovavano in vacanza con i due imputati a Palma de Maiorca, nello stesso hotel dove perse la vita Martina. Per entrambi l’accusa è di favoreggiamento e falsa testimonianza. Secondo la Procura, avrebbero cercato di coprire gli amici Albertoni e Vanneschi, rilasciando dichiarazioni non veritiere agli inquirenti di Genova quando furono sentiti come persone informati sui fatti.

Quello di Martina Rossi è diventato un caso nazionale con una petizione al Capo dello Stato Sergio Mattarella, sostenuta da 80 mila firme, per chiedere giustizia.

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