“È stata dura ascoltare i discorsi durante l’udienza. Tutto si basa sulle offese gratuite, false, su mia figlia, sulla sua vita, sulla sua storia. Ci sono delle ferite su mia figlia che sono inspiegabili. Martina è stata picchiata prima di volare di sotto, è qualcosa di più di un colposo”.
Queste le parole piene di amarezza di Franca e Bruno Rossi, i genitori di Martina Rossi, al termine dell’udienza alla Corte di Cassazione di Roma, per l’ultimo grado di giudizio del processo che vede sul banco degli imputati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, per la morte della 20enne imperiese, caduta dal sesto piano dell’Hotel Sant’Ana di Palma di Maiorca nel 2011.
Ora, i giudici della Corte Suprema si sono riuniti in Camera di Consiglio e bisognerà attendere ancora diverse ore prima del verdetto che potrebbe confermare oppure annullare l’assoluzione dei due imputati pronunciata dalla Corte di Appello di Firenze.
Enrico Marzaduri, legale famiglia
“Il Procuratore Generale ha confermato l’assoluta illogicità della sentenza di secondo grado, ha oncordato per l’annullamento con rinvio, ovviamente anche noi come parte civile, mentre la difesa ha chiesto la conferma della Sentenza di Appello. I giudici decideranno penso non prima della tarda serata.
Ci sono vizi di mancanza di valutazione di elementi probatori, ci sono stati anche errori clamorosi nella ricostruzione della caduta della ragazza.
Secondo la Corte d’Appello, questa ragazza è caduta dalla parte centrale del balconcino. Mentre secondo noi, c’è la prova, lei si è rifugiata verso destra per scavalcare e andare su un altro balconcino per trovare riparo. Se fosse andata così, la stessa Corte d’Appello avrebbe cambiato il suo atteggiamento.
Una errata ricostruzione della caduta, cui consegue in un caso il tentativo di fuga, per loro semplicemente un suicidio. Se fosse stato un suicidio si sarebbe direttamente buttata, invece questa ragazza si allontana verso destra per cercare di attraversare”.
Franca, mamma di Martina
Com’è andata?
“È stata dura. Tutto si basa sulle offese gratuite, false, su mia figlia, sulla sua vita, sulla sua storia. Ci sono a quanto pare riusciti a Firenze, a furia di raccontare favole, a far credere che una persona poteva avere la gamba lunga due metri. Contro tutte le logiche.
Questo è un processo che non dovrebbe essere di merito, ma di valutazione sulle norme che sono state seguite. Speriamo ci dia giustizia, ci dia conferma che venga rifatto un processo d’Appello”.
Che cosa hanno detto di sua figlia?
“Quello che hanno sempre detto dall’inizio, che andava a cercare lei le avventure. Così ho sentito dire anche da un avvocato piombato qui oggi, che non so nemmeno se abbia letto gli atti. Basta usare il buon senso. Parliamo di una ragazza salita su in camera con due ragazzi perché altri altri due ragazzi (che adesso sono a processo a Genova) erano nella camera di mia figlia ad amoreggiare con le due amiche.
È andata su da sola o con loro, non lo so come sia andata. Si saranno messi d’accordo, è la cosa più probabile. C’erano due persone in camera, uno di non so quanti quintali, l’altro che è un campione di motocross robusto e una ragazza poco più alta di me che li aggredisce. Il signor Alberto graffiato e aggredito. L’altro dormiva. Poi Martina è volata giù dalla finestra. Uno non ha sentito niente, si è svegliato perché sente Martina correre e battere la testa in una porta finestra. Questo per nascondere delle botte che Martina ha preso.
Ci sono delle ferite su mia figlia che sono inspiegabili. Martina è stata picchiata prima di volare di sotto, è qualcosa di più di un colposo. Questo è quello che so”.
Che tipo di condanna si aspetta?
“Potrebbero anche assolverli, io non lo so. Spero di no. Aspettiamo qui. Questo non lo auguro a nessuno, denigrano una persona per difendersi, la vittima che diventa il carnefice. È dura da digerire”.
Bruno Rossi, papà di Martina
“Martina era una ragazza che l’unica cosa di brutto che ha avuto è stato il primo amore, che non è stato corrisposto. C’era un ragazzo che non aveva voglia di stare con lei e lei l’ha sofferto. È stata male, male come si sta tutti con il primo amore.
Non aveva mai fatto niente, era andata a scuola, sapeva scrivere, disegnare, aveva preso la maturità. Ha fatto una tema sulla comunicazione, della comunicazione ne abbiamo parlato tanto, di quanto è importante, di cercare di fare un mondo più bello.
Noi dobbiamo fare un mondo pù bello, dove si vada a lavorare, dove si voglia bene alle donne, ai poveri , ai vecchi. Bisogna fare un mondo così, altrimenti non ce la facciamo. Mi auguro che per voi il mondo sia un pochino più bello.
Nel processo sin dall’inizio viene accusata Martina. I due ragazzi sono stati difesi in un paese che si chiama Castiglion Fibocchi, il paese di Licio Gelli, di Villa Wanda. Tra l’altro alcune di queste persone che han difeso so che hanno difeso anche Licio. Il posto non bello. La cosa grave è che a testimoniare è venuto il Prefetto, il Prete, i Carabinieri. Il Prefetto di Arezzo, era stato il sindaco di Castiglion Fibocchi, è venuto per dire che Albertoni era un bravo ragazzo, non ha detto niente. Il prete? Ha detto che è un bravo ragazzo, che va a messa, non ci credo che è vero. Il Maresciallo dei Carabinieri di Imperia mi ha detto: dalla a noi la denuncia, perché ci hanno detto che non hanno nemmeno mai preso una multa per eccesso di velocità. Uno era un campione italiano di Motocross”.
In difesa di Martina chi ha parlato?
“Ha parlato il Procuratore generale, i nostri due avvocati, dicendo cose giuste, sensate e normali”.