I genitori di Martina Rossi tornano a sperare. La Cassazione, ieri, 21 gennaio, dopo una lunga giornata, ha annullato le assoluzioni dei due imputati per la morte della studentessa imperiese, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. Si dovrà fare un nuovo processo, un Appello bis, a Firenze.
Albertoni e Vanneschi, entrambi in camera con Martina quella maledetta notte dell’agosto 2011, sono accusati di tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato. La studentessa imperiese, alla sua prima vacanza con le amiche, morì cadendo dal balcone al sesto piano dell’hotel Sant’Ana di Palma de Maiorca. Tentando di sfuggire a un tentativo di stupro, secondo l’accusa. Suicidio, secondo la difesa.
I due giovani imputati erano stati condannati in Primo grado a sei anni di carcere, ma il verdetto era stato ribaltato in Appello con l’assoluzione per la tentata violenza sessuale e la prescrizione per la morte come conseguenza di altro reato. Da qui il ricorso in Cassazione della Procura generale che ha ritenuto che i giudici di Appello non avessero valutato alcuni indizi e fossero quindi giunti a una “valutazione frazionata e priva di logica degli indizi”.
Pochi minuti dopo la lettura della sentenza, i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo, visibilmente commossi, hanno raccontato le loro emozioni ai giornalisti presenti.
Bruno
“Un primo passo è stato fatto. Si rifà il processo a Firenze. Io spero che si riesca, in una maniera o nell’altra, a trovare una soluzione a questa tragedia. Certo bisognerà correre, bisognerà dedicare attenzione perché, ancora una volta, non ingarbuglino tutte le carte. Noi ce la mettiamo tutta, ma siamo anche forti. Ringrazio dell’attenzione e vorrei che il problema delle donne, della violenza sulle donne, venisse affrontato. Dedicare maggiore attenzione perché queste cose succedano di meno, non succedano di più. Io da parte mia finché ne avrò lotterò sempre. Le donne, i vecchi, i bambini e i poveri sono quattro categorie che vanno aiutate, capite, rilanciate negli obiettivi.
Processo vanificato dalla prescrizione (scatta intorno al mese di agosto 2021, ndr)? Si, esatto, c’è questo timore. In più queste persone vivono senza morale. Sono persone che finché stanno fuori sono un pericolo per tutti, perché sono contrarie a tutte le cose che ho detto sino ad ora. Contrarie proprio nell’anima. Perché chi va in giro a far lo stupido, a fumare, a bere, è un insensato”.
Franca
“Io sono speranzosa che ritornando in Appello a Firenze venga fuori la verità, almeno quella processuale. Perché la verità su quello che è stato fatto a mia figlia purtroppo la sappiamo. E con prove. Perché io mia figlia l’ho vista sul tavolaccio, ho fatto anche delle foto nella cassa. E lo so che è stata picchiata prima. Ma non perché sono una mamma disperata, ma perché certi lividi, sulle braccia, il pugno sulla bocca, la mandibola in quelle condizioni, non sono spiegabili in altro modo. Io ho sempre fatto uscire tutti dall’aula quando sono state mostrare quelle foto, perché mia figlia in quelle condizioni non la deve vedere nessuno. Ma io le ho viste tutte”.
Bruno
“Non eravamo fiduciosi su questo risultato. Dopo quello che era successo ero preoccupato. Ero preoccupato per come si era chiusa questa vicenda l’ultima volta. Preoccupazioni anche grosse. Ho ripreso fiducia dopo che ho visto l’attenzione con cui in Cassazione è stata seguita questa storia, tutto il contrario dell’Appello. In Appello non abbiamo trovato solo freddezza, ma anche errori, tecnici e di impostazione. Quasi atti di insofferenze, non so perché. Però sono successe un sacco di cose che mi hanno frenato dopo tre-quattro sentenze in cui il lavoro stava andando avanti, la verità ce l’avevano li. Come mai hanno cambiato non lo so.
La lettura della sentenza? Sono un pò sordo devo dire la verità. Quando però ho visto un cancelliere che mi sorrideva ho capito che eravamo sulla strada giusta.
La prescrizione? Meglio una prescrizione che un’assoluzione, ma bisogna correre comunque. Un conto è essere dei colpevoli prescritti, un conto dei colpevoli assolti. Io dico che per gli omicidi, per le stragi, non ce ne può essere di prescrizione. Io non so chi ragiona su queste cose, in che modo ragiona. Poi fanno anche la parte di quelli che hanno solidarietà verso le donne”.
Franca
“Festeggiare? Non si può festeggiare, non c’è niente da festeggiare. C’è solo la speranza di arrivare in Appello alla verità”.
Bruno
“Dite a Imperia che tutto quello che è stato fatto è servito. La città ci è stata vicino, le manifestazioni. Ho trovato tanta umanità nelle persone. Il mondo giusto è di quelli che si impegnano, studiano, lavorano”.
Franca
“Ringrazio tutti a Imperia, davvero”.
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