Dopo decenni (erano gli anni Novanta quando l’inchiesta sui soldi rubati dalle casse comunali per le concessioni dei loculi sconvolse il capoluogo), la vicenda nota come “Caso loculi” torna alla ribalta ad Imperia. E a riportarla in auge è una sentenza emessa nei giorni scorsi dal giudice Silvana Oronzo, che condanna alcune imprese funebri, all’epoca coinvolte negli illeciti, al pagamento di 438.586,39 euro di danni al Comune capoluogo, si cui 100 mila euro per danni di immagine, oltre ad altri 51.328,80 euro, quali spese giudiziarie.
Fu il sindaco Luigi Sappa nel 2008 a promuovere l’azione legale che porterà nelle casse comunali oltre 400 mila euro
La sentenza di oggi arriva a seguito di un’azione legale promossa nel 2008 dall’allora sindaco Luigi Sappa. Che affidò la difesa di palazzo civico all’avvocato Massimo Donzella. A dover risarcire il danno, come indicato nella sentenza, sono le imprese “Arof – Maccanò e Terrone – Ricca – Vitali s.r.l. in persona del legale rappresentante pro tempore, nonché in proprio di Terrone Giancarlo, Vitali Pierangelo, Ardissone Silvio e SIOF Società Imperiese di Onoranze Funebri s.r.l. – Palancia – Gagliolo – Novaro in liquidazione, nonché in proprio di Dulbecco Ambrogio, Gagliolo Ezio e Aicardi Sergio“.
Per il giudice, la somma oggetto del risarcimento danni al Comune di Imperia “grava in solido su tutti gli autori dell’illecito” e quindi nel caso qualcuno di loro fosse impossibilitato a contribuire, saranno gli altri a dover provvedere comunque anche alla sua parte. Una decisione pesante, che vede riconosciuto anche il diritto del Comune a ottenere danni di immagini (quantificati in 100 mila euro), per la sfiducia generata dal “Caso loculi” nei cittadini, che per settimane ne lessero le cronache su tutti i giornali. E per sostenere la sua tesi l’avvocato Donzella ha portato davanti al giudice numerosi di quegli articoli.
Il pagamento dei danni grava “in solido fra loro” sui i soci delle pompe funebri. Restano fuori dal processo i tre ex dipendenti del Comune
Il giudice Silvana Oronzo nella sua sentenza non coinvolge i tre ex dipendenti comunali che all’epoca risultarono complici attivi e fattivi di quella che per gli inquirenti era una “associazione per delinquere“: Uliano Gaddini, Leonardo Gandolfo e Marina Corrado. Il giudice scrive comunque in sentenza “che non sono parti del presente giudizio, discendendo comunque la solidarietà dalla legge“, evidenziando in pratica come anche loro debbano essere considerati “solidali” con i soci delle pompe funebri condannati al pagamento dei danni.
I tre ex dipendenti, tutti condannati penalmente (Gaddini e Gandolfo patteggiarono, rispettivamente 21 e 18 mesi, mentre la Corrado, che si dichiarò sempre estranea ai fatti, scelse il rito ordinario e fu condannata dopo tre gradi di giudizio a 3 anni e 9 mesi), nel 2016, vennero anche condannati dalla Corte dei Conti al risarcimento, al Comune di Imperia, di 600 mila euro (110 mila euro a titolo di danno patrimoniale e 490 mila euro per danno di immagine).
A cura di Andrea Pomati