Un momento di riflessione in occasione della Giornata della Memoria. Questo l’obiettivo del convegno organizzato oggi dall’Istituto Superiore Ruffini di Imperia, con la partecipazione di illustri ospiti. Il tema dell’incontro verteva sulla presenza ebraica nel territorio ligure nel periodo compreso tra il XVI secolo e il tragico epilogo della Shoah.
Giornata della Memoria, Imperia: l’incontro all’istituto Ruffini
All’evento si sono susseguiti gli interventi del rabbino della Slovenia Ariel Haddad, Andrea Zappia, Andrea Zanini e Alessandro Carassale, tutti dell’Università di Genova, e Paolo Veziano, dell’Istituto Storico della Resistenza di Imperia. Infine, ha chiuso l’incontro Claudio Littardi, del Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo.
Claudio Littardi
“Giornate come oggi sono molto importanti per ricordare il dramma della Comunità Ebraica che c’è stata. Siamo qua oggi anche per ricordare quello che è stato un grande legame della Comunità Ebraica di tutta Europa e il ponente ligure.
Questo legame è estremamente interessante perchè affonda le radici nella storia più profonda. Parliamo di circa 800 anni di storia.
Il nostro paesaggio come lo vediamo noi oggi, con le palme e gli agrumi, nasce proprio dalle relazioni che ci sono state tra il ponente ligure e la comunità ebraica.
Dal medioevo fino ai giorni d’oggi le comunità ebraiche si recavano nel ponente ligure per acquistare ogni anno cedri e palme. Hanno contribuito di fatto nello sviluppo economico di questo territorio, addirittura cambiano il paesaggio. Se consideriamo che le prime coltivazioni di Cedri per il rituale ebraico e le palme, sono soltanto in Liguria.
Il rapporto della comunità ebraica in Liguria non è solamente legato al dramma della Shoah, ma anche da un legame economico, sociale e culturale estremamente interessante”.
Andrea Zappia
“Ho parlato della presenza della comunità ebraica in Liguria e a Genova in età moderna. Molto spesso, durante le celebrazioni della Giornata della memoria, si dimentica che gli Ebrei hanno una presenza di lunga data e non solo legata al ‘900.
Sostanzialmente ho parlato della presenza ebraica a Genova a partire dalla metà del ‘600, quando contestualmente a delle aperture di tipo politico-economico, si attirano gli Ebrei in città per rinverdire il commercio e tutte le vicende legate alla loro presenza, che causò anche problemi con l’inquisizione e con il tessuto sociale locale”.
Paolo Veziano
“Oggi ho parlato della presenza ebraica in provincia fra inclusione e persecuzione. La storia non è mai una tinta unica, la vicenda degli Ebrei in riviera è fatta di luci e di ombre, di momenti di inclusione, momenti importanti, figure importanti che emergono e il triste epilogo fatto di persecuzione. Una storia complessa.
La Riviera, tra le tante particolarità, assume anche quella di essere l’unica porta d’Italia attraverso la quale il Regime cercherà di espellere tra 3500/4000 Ebrei.
Una sono le montagne, gli Ebrei salgono sui sentieri accompagnati dalla milizia. Qui sta il paradosso, un corpo come quello della milizia confinaria, nato per bloccare l’immigrazione, diventa il passeur di Stato. Agisce senza nessuna legittimazione, se non quella che il fine giustifica i mezzi.
L’altro canale privilegiato dell’emigrazione, è quello dei pescatori. Pescatori che inizialmente non vogliono trasportare Ebrei, temono di incorrere nella furia della Polizia. Ma quando la Polizia, le autorità locali ne avranno bisogno agli inizi del 39, daranno loro una specie di patente a punti. potranno portare queste persone cercando di evitare incidenti e non farsi scoprire. Diventeranno il secondo strumento che Roma utilizzerà per l’espulsione di queste persone.
Andranno tutte molto spesso con incidenti di percorso, ma non ci sono stati drammi. Questo numero di persone riuscirà ad andare di la e i pescatori saranno gli unici a pagare , scontando 6 mesi di carcere in Francia, per aver accertato di trasportare queste persone.
Per loro l’incontro con gli Ebrei ha rappresentato l’incontro tra due disperazioni. I pescatori vivevano in una condizione miserabile, gli Ebrei erano disperati e questo è stato un punto di incontro. Molti pescatori hanno anche accettato di trasportare persone che non avevano soldi”.
Alessandro Carassale
“Gli Ebrei di cui abbiamo parlato questa mattina sono principalmente quelli perseguitati durante l’Olocausto, in seguito alle leggi razziali degli anni 30.
In realtà c’è anche una presenza ebraica legata al commercio di palme e cedri, che sono due prodotti del paesaggio coltivati da secoli in Liguria, che venivano richiesti per una festa ebraica, la festa delle capanne, che si celebra all’inizio dell’autunno.
Gli Ebrei venivano nel ponente, in particolare Bordighera e Sanremo, per comprare questi due articoli. Hanno funzionato come genere di commercio importante, sino alle persecuzioni razziali.
Dopodichè abbiamo perso gli acquirenti e da quel momento in poi è cambiato anche il paesaggio, anche se le palme evocano da sempre le caratteristiche tipiche della riviera di ponente”