23 Dicembre 2024 18:14

23 Dicembre 2024 18:14

Covid, Imperia: presidio studenti in piazza Roma. “C’è chi fa la Dad col cellulare. Inaccettabile dopo un anno. Diritto allo studio dev’essere garantito” / Foto e video

In breve: Al sit in di protesta erano presenti solo i rappresentanti degli istituti scolastici, circa una decina,

Studenti in protesta questa mattina, venerdì 29 gennaio, in Piazza Roma a Imperia, per far luce sulle problematiche legate al mondo della scuola in questo, ormai lungo, periodo di emergenza per la diffusione del Coronavirus.

Al sit in di protesta erano presenti solo i rappresentanti degli istituti scolastici, circa una decina, di I.I.S. “G. Ruffini”, Liceo Statale “C. Amoretti”, Liceo Statale “Vieusseux – De Amicis” e Polo Tecnologico Imperiese.

Contestualmente, nella giornata di oggi, è stato indetto uno sciopero, al quale hanno aderito numerosi studenti dei vari istituti, non presentandosi in classe (per chi è in presenza) o non accedendo alle lezioni online (per chi è a distanza).

Imperia: scuole, sit in di protesta in Piazza Roma. Parlano gli studenti

Davide Maccario – Liceo Vieusseux

“Siamo qui insieme ai rappresentanti di tutte le scuole per fare un presidio e ottenere un ascolto da parte della Provincia.

Chiediamo che gli orari vengano sistemati, ad esempio la mia scuola entra alle 9.40 ed esce alle 15.10. L’orario di studio è molto ridotto, le persone che abitano lontano e si muovo con i mezzi di trasporto arrivano tardi a casa. Non hanno orari per mangiare, studiare e anche per avere una vita sociale.

Quando studi? Il weekend è occupato, noi al sabato mattina facciamo videolezione. Rimarrebbe una giornata per studiare la mole di studio di una settimana.

A scuola sono presenti mini assembramenti, all’entrata e all’uscita. Ma questo il preside dovrebbe risolverli, ci è venuto incontro in tutti i modi”.

Yannick Renzetti – Polo tecnologico Imperiese

“Chiediamo maggiori sicurezze, secondo me questo rientro è dello stesso stampo di quello di settembre. Non ci sono sicurezze, non sono stati implementati gli strumenti essenziali per permettere un rientro in sicurezza.

Questo rientro non sarà il rientro tanto millantato dalle Istituzioni e dal Ministero. È uguale a quello di settembre, con le stesse problematiche.

Gli orari, di cui molto probabilmente hanno discusso i miei compagni, sono solo un sintomo di questo malessere della scuola, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e gli studenti sono stati lasciati soli a fronteggiare un rientro estremamente complesso.

Chiaramente si va poi a realizzare degli orari che non sono da un punto di vista umano fattibili. La soluzione non è uscire alle 15 o alle 16 del pomeriggio, tornare a casa tardi. Non è una soluzione, è solo parte del problema che è l’istruzione.

La dad però ha dei grandissimi problemi, a un anno dall’inizio della pandemia, ormai è chiaro quali sono i gravi problemi della dad. Ci sono studenti che non hanno accesso agli strumenti essenziali, pur dopo un anno dall’inizio della pandemia.

È inaccettabile che ci siano studenti che seguono 6-7-8 ore al giorno la dad sul telefono. Non è uno strumento adatto, servirebbe un pc. Che venissero fatti dal Ministero o dalle scuole dei comodati d’uso per concedere a tutti i ragazzi che ne hanno bisogno gli strumenti adatti per seguire la dad.

Secondo me andrebbe rimodulato il programma, per non valutare le conoscenze, ma bensì le competenze che si acquisiscono. In primo luogo la scuola deve formare il cittadino. Deve formare le competenze che ognuno di noi acquisisce.

Inutile fare 8 ore di scuola al giorno per cercare di recuperare un programma che da due anni ormai è totalmente perso. Io ho già perso due anni importanti per quel che riguarda il programma, secondo me andrebbe rivalutato.

Questa piazza è fondamentale, si fa passare l’idea che la scuola è qualcosa di nostro. La scuola siamo noi, i docenti, il personale e anche i dirigenti scolastici.

È fondamentale in questo momento che la scuola riparta dagli studenti. La scuola siamo noi e di conseguenza andiamo a difendere il diritto allo studio”.

Sabrina Calvi e Francesca Bosticco – Liceo Amoretti

“Abbiamo riscontrato i problemi di rientro scuola, l’orario 9.35 – 14.55, abbiamo due pause di 10 minuti, in una dobbiamo mangiare e riprendere subito le lezioni.

È già capitato di avere subito una verifica e di non avere il tempo di finire il compito.

Portiamo cibo da casa che dobbiamo riscaldare sul termosifone, non credo sia la cosa migliore da fare. Non tutti i giorni riusciamo a portare cibi sani, ma portiamo panini, pasta, cose molto veloci da mangiare.

Alcuni nostri compagni, prima di venire a scuola, si sono trovati a piedi perchè le nuove corse accettano solo persone con abbonamento e andando a scuola solo una settimana si e una no, certi genitori non ce la fanno a fare l’abbonamento. O hai l’abbonamento o non sali. Qualcuno si è trovato a piedi senza poter venire a scuola.

Chiediamo una mano, la nostra scuola è quella più in difficoltà, abbiamo una dad al 50%, però siamo stati divisi, la prima settimana vanno 9 persone, siamo in 19 in classe e la seconda in 10. Gli altri che seguono da casa non è come fare lezione normale.

Per chi è a casa, molto spesso quando noi interveniamo, non sentono le nostre risposte o non sentono le domande che facciamo ai professori e quindi metà delle lezioni la perdono. Non vanno avanti e non capiscono. Anche con i problemi di connessione, certe volte anche i professori facendo cambio di classe perdono 10 minuti per connettersi e anche quelli a casa perdono un sacco di minuti di lezione che potrebbero essere utili”.

La dad ha un sacco di problemi, preferireste tornare tutti quanti a scuola?

“Esatto, alternarsi con le classi. Le quinte sono le più penalizzate perchè hanno la maturità, però a quanto pare non si può fare diversamente.

La nostra classe ha una capienza di 20 persone, noi siamo in 19 più la prof. Il metro di distanza c’è, le mascherine le teniamo e quindi secondo me è abbastanza sicuro.

Bisognerebbe semplicemente alternare le classi. Ad esempio nei giorni dispari vanno prime, terze e quinte e nei giorni pari vanno le seconde e le quarte.

Le prime non si sono neanche conosciute, non hanno socializzato abbastanza. Sono un po’ penalizzate”.

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