25 Dicembre 2024 01:58

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Consorzio Olio Dop Riviera Ligure: mantenere alta la competitività delle Indicazioni Geografiche

In breve: Occorre garantire una gestione più efficiente delle IG con più risorse e riconoscere i Consorzi di Tutela come soggetti attivi nell’attuazione delle politiche di sviluppo.

Il Consorzio dell’Olio Dop Riviera Ligure rilancia sulla necessità di mantenere alta la competitività delle Indicazioni Geografiche, garantire una gestione sempre più efficiente delle IG con più risorse e nuovi strumenti, riconoscere i Consorzi di Tutela come soggetti attivi nell’attuazione delle politiche di sviluppo.

Lo fa insieme a tutti i Consorzi di tutela italiani che hanno partecipato all’incontro di Origin Italia, l’associazione che rappresenta circa il 90% delle produzioni italiane a Indicazione Geografica.

Nel 2020 l’olio extravergine di oliva Riviera Dop ha registrato 946 aziende iscritte al sistema di controllo

E’ arrivato il momento di affrontare con convinzione il tema della sostenibilità a 360 gradi guardando agli aspetti ambientali oltre che sociali ed economici che caratterizzano la filiera produttiva della DOP Riviera Ligure – sottolinea Carlo Siffredi, presidente del Consorzio dell’Olio Dop Riviera Ligure -. L’obiettivo è di gestire al meglio la transizione ecologica che è in atto in ogni parte del mondo. E il contributo dei Consorzi di Tutela è fondamentale perché rappresentano le esperienze più avanzate in questo campo”.

I numeri in Liguria parlano chiaro. Nel 2020 l’olio extravergine di oliva Riviera Dop ha registrato 946 aziende iscritte al sistema di controllo: 825 olivicoltori, 69 confezionatori, 52 frantoiani. Sono 2100 gli ettari di oliveti, con 740.000 piante, iscritti a questo sistema di controllo. E circa 6400 i quintali di olio realizzati ad oggi con la campagna ancora in corso nella filiera controllata, di cui 2.700 già certificati ed immessi in commercio come olio DOP in Liguria.

“Per raggiungere questi risultati in Liguria – conclude Carlo Siffredi – è però fondamentale l’unione non solo dei produttori ma anche delle istituzioni per progettare e sostenere un percorso che crei sinergia costante e duratura nel tempo tra i valori legati al territorio e quelli più strettamente ecosostenibili “.

Al centro dell’attenzione la riforma del Testo unico dei Consorzi di tutela, oltre alle misure relative al Covid-19, il Recovery Plan, quindi il Patto per l’export ed il G20 di settembre in Italia.

Nelle prossime settimane Origin Italia avvierà un calendario di incontri con gli Assessori Regionali per illustrare l’Agenda 2021 in attesa che si chiuda la partita del Governo con la nomina del nuovo Ministro dell’Agricoltura.

In programma a fine primavera anche un’iniziativa sulla sostenibilità che vedrà coinvolti i principali stakeholder nazionali e europei.

Per Mauro Rosati, direttore di Origin Italia “serve una partecipazione attiva di tutti i Consorzi di Tutela sui temi della riforma Green Deal UE, soprattutto per quanto riguarda i due dossier più strategici: Farm To Fork e Biodiversity”.

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