Questa mattina, lunedì 1 febbraio, in Comune a Imperia, è stata posta la firma sull’atto di consegna, con conseguente subentro di Rivieracqua nella gestione del servizio idrico fino a poche ore fa gestito da Amat. Con questa firma, la società pubblica Rivieracqua si avvia a diventare effettivamente il gestore unico del ciclo idrico provinciale. Nei giorni scorsi era stato finalmente trovato l’accordo tra Amat e Rivieracqua sul personale (47 dipendenti), sulla sede e sui mezzi, risolvendo le criticità che avevano portato allo slittamento della firma sull’atto di consegna degli impianti.
L’accordo prevede che a partire da oggi, lunedì 1 febbraio, Rivieracqua subentri ad Amat nella gestione del servizio idrico, con il passaggio, oltre che degli impianti, di tutti i dipendenti, della sede di via San Pio da Pietrelcina e di automezzi e attrezzature. In seguito le parti dovranno mettere nero su bianco la procedura di risarcimento e i valori che Riovieracqua dovrà versare ad Amat, partecipata al 52% dal Comune capoluogo e per la parte restante dal privato Ireti, del Gruppo Iren. Inoltre, in base agli accordi voluti dal sindaco Claudio Scajola, la società dovrà rivedere statuto e regolamenti per ridefinire il peso che spetterà a ciascun Comune e avviare il processo per l’ingresso di un socio privato.
Il sindaco di Imperia: “Questo è il primo passo. Ora si deve costruire una società snella che abbia le capacità di gestire”
Spiega il sindaco di Imperia Claudio Scajola “Questa è una decisione presa da tutti e ragionata da tempo. È una tappa fondamentale che ci permette di fare il resto; una tappa che permette di lavorare sulla tariffa unica, sulla costruzione di questo Ato e permette quindi di fare subito i passi, celeri, per costruire una società snella che abbia le capacità di gestire. L’attuale statuto rende ingovernabile questa società. Credo che questo atto sia preliminare alla creazione di una società efficiente, che possa garantire gli investimenti e la sicurezza nella gestione del ciclo delle acque. Parliamo dell’acqua ad uso domestico, ad uso irriguo e del ciclo della depurazione. In questo atto abbiamo inserito la salvaguardia degli asset conferiti, che sono proprietà storica dei cittadini imperiesi e del personale. Tutto questo concordandolo insieme, anche se dirlo è quasi pleonastico. Lo abbiamo fatto. Le persone passano, ma gli atti rimangono. Ci siamo avvalsi in questo periodo di studio, di consulenze che ci hanno portato a costruire un risultato molto positivo. Da adesso comincia ciò che serve, ma non vorrei che i cittadini potessero pensare che da domani mattina hanno l’acqua sicura nel rubinetto e che hanno le depurazioni sicure. Non è così. È il primo passo per arrivare a quell’obiettivo. Prima si era fermi“.
Scajola: “Socio privato serve per avere capitali, fare investimenti enormi e contenere la tariffa del costo dell’acqua”
Sulla questione dell’ingresso del socio privato in Rivieracqua, Scajola sottolinea: “Il socio privato deve essere sicuramente in minoranza. Il problema è avere dei capitali. Credo che si debba contenere la tariffa del costo dell’acqua e fare tanti investimenti. Il capitale privato è fondamentale per poter riuscire a fare investimenti, che in questo settore sono enormi”.
Il presidente di Rivieracqua: “Oggi la società è inefficiente. Bisogna rivedere il peso dei vari sindaci e traguardare ingresso socio privato”
Che ci si trovi davanti a una svolta storica lo dimostra anche il fatto che le parole del sindaco di Imperia Claudio Scajola sono condivise appieno dal presidente di Rivieracqua Gian Alberto Mangiante. Che dice: “La società oggi non convince ed è inefficiente. Il Comune di Imperia non è neppure rappresentato nel capitale sociale di Rivieracqua e questa la dice lunga sulla effettiva rappresentatività della società. Una società consortile per azioni, costituita nel 2012 e che ha un regolamento che passa attraverso l’Assemblea dei sindaci e quindi uno statuto obsoleto, che deve essere adeguato per rappresentare quelli che sono gli effettivi rapporti esistenti nell’Ato imperiese. Da rivedere il peso dei vari sindaci e un po’ tutta la sua struttura. Non si aspettino i cittadini che da domani cambi e ci sia efficienza. No. Queste aggregazioni restituiscono solo una sommatoria aritmetica, un uno più uno, per intenderci. Il percorso sarà lungo, faticoso e dovrà traguardare l’ingresso di un socio privato, un investitore. Il passaggio di oggi è fondamentale, perché con esso l’Ato imperiese è finalmente realizzato“.
Il presidente di Amat: “Lavoratori tutti garantiti. Manterranno stesse posizioni, diritti e prerogative, come prevede la legge”
Il presidente di Amat Maurizio Temesio sottolinea: “Sapevamo già dal momento in cui siamo stati nominati, che saremmo stati una sorta di pre liquidatori. La società andava portata alla sua estinzione naturale, come imposto dalla legge. Quello deve essere chiaro, Amat è arrivato a questo punto conclusivo perchè lo ha imposto la legge e perchè lo hanno ordinato le autorità competenti. Il nostro compito è stato quello di traghettare la società in questo percorso conclusivo. peraltro difficilissimo, che ha richiesto tanto lavoro e tanti interventi, perchè questo avvenisse nel modo migliore per tutti. Ora Amat, per legge, ha esaurito il proprio ogetto sociale e quindi la società dovrà essere messa in liquidazione e poi andrà a sparire nelle forme previste dalla legge. È stato un punto glorioso per la città di Imperia. Ha attraversato generazioni di dipendenti, di utenti e di amministratori. Tutte le cose hanno una fine ed è venuto il momento di mettere la parola fine anche a questo. I dipendenti sono già passati con effetto da questa mattina a Rivieracqua in base anche a tutti gli accordi sindacali che sono stati fatti negli ultimi tempi. La legge garantisce i livelli retributivi occupazionali e mansionali e quindi passano con tutti i loro diritti e le loro prerogative. Nessuno escluso“.