“Il nuovo pump track è molto bello, ma può essere pericoloso. Vanno prese subito delle precauzioni per evitare che qualcuno si faccia male”. È questo l’appello di Gabriele Vittore, 19enne andorese, fino ai 17 anni attivo nel settore agonistico del downhill, in riferimento al nuovo Pump Track di Castelvecchio, inaugurato pochi giorni fa.
Riscontrando alcune problematiche, Gabriele ha deciso di evidenziarle pubblicamente per raggiungere le istituzioni, affinché vengano presi provvedimenti per rendere l’area, molto apprezzata sia dai grandi sia dai piccini, esperti e meno esperti, il più sicura possibile.
Imperia: l’appello del biker 19enne Gabriele per rendere più sicuro il pump track
“Vorrei spendere due parole sulla questione del nuovo Pump Track di Imperia, a Castelvecchio – spiega Gabriele a ImperiaPost – Io e i miei amici ci siamo andati a girare diverse volte e sappiamo perfettamente il tipo di ambiente che si è creato.
Io ho 19 anni ed è da circa 17 anni che vado in bici (ho fatto attività agonistica nel downhill fino ai 17 e adesso mi diverto amatorialmente), di conseguenza ho una certa dimestichezza sia con il mezzo sia con tutto quello che gli sta dietro.
Non condivido la scelta fatta dal Comune di Imperia di non esibire neanche un cartello in cui vige la regola di indossare il casco.
Ho avuto modo di vedere per terra troppi bambini privi delle protezioni adeguate e soprattutto senza essere controllati dai propri genitori.
Quello che voglio dire è che attrezzature come quella in questione non sono semplici centri ricreativi dove portare il proprio figlio per farlo socializzare, specialmente in mezzo ad una curva o ad un dosso. Questo tipo di strutture sono divertenti ma possono anche essere pericolose.
Senza le giuste precauzioni, le persone che hanno un certo livello e una certa esperienza non possono girare tranquillamente, facendo una “line” composta da salti e altri elementi, perchè rischiano di imbattersi improvvisamente in bambini non controllati.
Una soluzione potrebbe essere quella di stabilire degli orari da rispettare, catalogando le varie fasce d’età, oppure un po’ di buon senso da parte dei genitori. Tutti sarebbero più sicuri e tranquilli.
Serve, inoltre, una cartellonista che indichi chiaramente le regole da seguire, prima fra tutte l’indossare il casco.
Nel mio caso, finché la situazione sarà questa, credo che non verrò più o che ci sarò raramente, perchè non voglio far male a nessuno nè farmi male io.
Questa vuole essere una critica costruttiva e non un giudizio o un puntare il dito contro qualcuno.
Io vengo da Andora e conosco anche gente che viene da Genova. Vorremo poter girare un paio d’ore in sicurezza, senza però discriminare chi è alle prime armi. La pista dovrebbe poter essere utilizzata da tutti in sicurezza”.