Assolto perché il fatto non sussiste. Così si è chiuso, in Corte d’Appello a Genova, il processo che vedeva sul banco gli imputati il colonnello dei Carabinieri David Egidi per il mancato ritiro della patente al marito dell’ex Procuratore Capo di Imperia Giuseppa Geremia.
Sorte diversa per l’altro imputato, il marito dell’ex Procutatore, Gianfranco Cabiddu, condannato a un anno di carcere, pena sospesa.
I due erano imputati, in concorso, di abuso d’ufficio, nell’ambito del processo relativo alla mancata notifica, a Cabiddu, dell’atto di ritiro della patente di guida, che permise al marito dell’ex Procuratore di continuare a guidare regolarmente per diversi mesi, il tempo necessario, secondo l’accusa, a sostenere l’esame di idoneità, dopo un’operazione alla cataratta, e procedere alla revisione della patente.
Cabiddu era accusato anche di falso per avere “mentito” al medico dell’Asl sul proprio stato di salute.
Processo mancato ritiro patente marito ex Procuratore: Corte d’Appello riforma sentenza primo grado
Nel dettaglio, Davide Egidi è stato assolto dopo che in primo grado, a Imperia, era stato condannato a 1 anno e 2 mesi di carcere.
L’accusa sostenuta dal Procuratore Generale Enrico Zucca aveva chiesto la riqualificazione del reato in omissione atti d’ufficio, sostenendo che fosse stato Egidi a trattenere la patente di Cabiddu. La Corte però ha sposato la linea difensiva assolvendo il Colonnello Egidi.
Per Cabiddu, invece, accusato di falso, la Corte ha stabilito, assolvendolo dal reato di abuso d’ufficio, una riduzione della pena di primo grado, da 3 anni a 1 anno di carcere, pena sospesa.
“Siamo molto soddisfatti, perché la Corte d’Appello ha accolto le nostre tesi difensive – ha dichiarato a ImperiaPost il legale di Egidi, l’avvocato Alberto Pantosti Bruni – La nostra tesi difensiva era basata su due punti fondamentali. Da un alto il fatto che l’aver consentito a Cabiddu di continuare a guidare non abbia costituito un ingiusto vantaggio patrimoniale, elemento essenziale perché si configuri il reato di abuso d’ufficio. Dall’altro il fatto che Egidi non fosse a conoscenza del contenuto della lettera che il Colonnello Zarbano gli chiese, secondo l’impianto accusatorio, di ritirare. Non sappiamo quale tesi abbia accolto la Corte d’Appello, ma l’importante è che la sentenza abbia certificato la nostra estraneità ai fatti”.
Nel procedimento penale venne coinvolto anche il Colonnello Luciano Zarbano, condannato in primo grado a 1 anno di carcere e assolto, a seguito della richiesta del Procuratore Generale, perché il fatto non sussiste dalla Corte d’Appello di Genova.