“Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ stato passato il segno e onestamente non so cosa potrà accadere nelle prossime ore“. E’ amareggiato Enrico Calvi, presidente provinciale Fipe (Confcommercio) per la decisione del Governo di istituire la zona arancione a partire dalla giornata di domenica, 14 febbraio, invece che da lunedì, facendo così perdere ai ristoratori gli incassi di San Valentino.
Imperia: zona arancione a San Valentino, ristoratori in rivolta
“Eravamo completamente pieni con le prenotazioni – tuona Calvi a ImperiaPost- Ma non solo in Liguria, anche in Piemonte e nelle altre regioni. San Valentino era un’occasione, per molti, per ritrovarsi al ristorante, anche se in locali con capienze minime. Avevamo già le preparazioni fatte, avevamo già fatto la spesa. Ora il Governo ci dovrebbe spiegare cosa cambia tra domenica e lunedì. Domani, che siamo aperti, non appestiamo la gente e domenica invece si? Questa decisione non ha una logica, se non quella di creare un ulteriore danno a un settore già in profonda difficoltà. Una decisione presa con la consapevolezza di arrecare un danno.
Un danno doppio per altro. Perché non parliamo solo del mancato incasso, ma anche del dover buttare preparazioni già fatte, merce già acquistata.
Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci siamo impegnati, come categoria, a dare tutte le indicazioni di buon senso in una fase così delicata. Avevamo avviato un dialogo con il Ministro Speranza e con il CTS. Un dialogo che però è stato recepito solo dal CTS e la cosa non mi stupisce, visto quello che è appena accaduto. Il CTS stava seguendo molte delle nostre deduzioni per una ripartenza in sicurezza, con maggiori controlli, con l’obiettivo di arrivare alla riapertura serale.
Ora è difficile far capire ai nostri associati il perché dovrebbero chiudere e non restare aperti domenica. Quello che è successo non finirà nel dimenticatoio, ne chiederemo conto al Ministro. Vogliamo che ci spieghi perché ha voluto affossare ancora di più un settore già in crisi.
C’è chi terrà aperto? Non lo so. Tenere aperto espone a multe, però è anche vero che è difficile prevedere cosa succederà nelle prossime ore. C’è grande esasperazione, il segno è stato passato. Nel nostro settore in molti considerano la chiusura di domenica un qualcosa di troppo. Ci sono locali chiusi da un anno. Togliere gli incassi di San Valentino vuol dire davvero tanto, considerando che le scadenze, quelle, restano invariate. Ci sono arrivate bollette Tari da migliaia di euro. Stiamo ancora aspettando i ristori promessi dal Governo a dicembre.
Il Ministro Speranza ci deve spiegare come possiamo portare avanti le nostre aziende se ci tolgono anche le ultime, poche, possibilità di guadagno.
Io resterò aperto? Non so cosa farò. Sto ricontattando i clienti, alcuni si stanno spostando sul sabato. Vedremo cosa succederà”.