“Vogliamo lavorare”. “Noi di Andora non siamo sudditi”. “No lockdown”. “Se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non è più un dovere”. “Non si cura una nazione affamando le Partite Iva”.
Queste le frasi scritte sugli striscioni esposti dai ristoratori e i baristi di Andora che oggi pomeriggi sono scesi in piazza per protestare contro le chiusure delle attività di ristorazione nell’ambito del contenimento del contagio da Covid 19.
Gli esercenti si sono ritrovati in via Roma, dove hanno sistemato in strada i tavolini con i nomi dei locali chiusi, chiedendo un intervento del Governo per avere più certezze e chiarezza.
Presente, per portare la sua solidarietà ai lavoratori, anche il sindaco di Andora Mauro Demichelis.
Covid: ristoratori in piazza ad Andora. “Vogliamo solo lavorare”
Flavio Suria e Luca Bevilacqua, portavoce
“Non chiediamo altro che sapere quello che dobbiamo fare. Vogliamo chiarezza nelle cose che non abbiamo mai avuto finora. È stata un’alternanza di aperture e chiusure che hanno avuto dei costi enormi. I ristori sono stati irrisori che abbiamo già girato in contributi e tasse. Adesso basta. La scintilla scatenante è stata quella di San Valentino, un modo ingiusto di fare le cose. Chiediamo cose concrete e serie dal Governo. Speriamo che succeda qualcosa di nuovo”.
Dall’altra parte ci sono il Festival di Sanremo e la Milano-Sanremo che vanno avanti. Noi è un anno che facciamo sacrifici e siamo chiusi. Queste due manifestazioni sono importanti per la Liguria, ma per la Liguria sono importanti anche le nostre attività. Non vediamo come sia possibile avere le manifestazioni e lasciare noi chiusi.
San Valentino è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nello specifico, era la festa degli innamorati, quindi potevano benissimo obbligarci a lavorare solo con tavoli da due, noi avremmo lavorato e non avremmo sprecato tutto quello che avevamo ordinato. Avremmo fatto delle scorte quantomeno per pagare i dipendenti. Siamo disposti a sacrificarci, ma abbiamo bisogno di lavorare”.
Mauro Demichelis, Sindaco di Andora
“La prima cosa che abbiamo fatto per tutto il periodo della pandemia è consentire a bar e ristoranti l’ampiamento dei dehor senza costi e faremo così fino alla fine dell’emergenza. Inoltre, tutta la parte variabile dei rifiuti non verrà pagata per il periodo in cui le attività sono state chiuse. Questa è una piccola cosa rispetto a quello che stanno subendo queste attività commerciali. Dietro a ogni tavolo ci sono delle famiglie e tutto l’indotto. Loro chiedono solo di poter lavorare. Dopo che hanno speso soldi per mettersi in regola per accogliere in sicurezza le persone ora arrivano al punto che non possono far entrare nessuno. Vedere poi quello che succede in giro è imbarazzante.
La tutela della salute pubblica deve essere preservata ma altrettanto va preservata anche l’economia del territorio per far si che non si cada in qualcosa di più grave di quella che è oggi la tutela della salute pubblica”.
Servizio di Andrea Pomati e Ornella Forte.