L’ex raffineria Sairo, inaugurata nel 1912 e chiusa nel 1999, ha una storia difficile, travagliata, negli ultimi anni. Dal 2005 ad oggi, in particolare, si sono succedute varie vicissitudini, con progetti prima approvati e poi arenatisi, intrappolati tra le maglie della burocrazia e della politica. Ieri, 22 febbraio, il consiglio comunale, ha approvato un nuovo, l’ennesimo, progetto di riqualificazione. Non senza polemiche.
Imperia: ex Sairo. Dal 1999 ad oggi, in fumo tanti progetti di rinascita
Con il voto favorevole della maggioranza, il consiglio ha approvato il progetto di riqualificazione dell’ex Sairo. Si tratta di un progetto elaborato da Comune di Imperia e società Avalon, predisposto per accedere al bando “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nel dettaglio, il progetto prevede alloggi destinati a edilizia sociale-agevolata, spazi per le attività delle associazioni cittadine, una nuova palestra e un’ampia area verde con pista ciclabile.
L’approvazione non ha però trovato d’accordo la minoranza. Da una parte per la mancanza di un piano economico finanziario e dall’altra per le controversie sul frazionamento della proprietà dell’immobile e delle sue pertinenze. Una parte, infatti, è di proprietà del Demanio, una parte, sottoposta a vincolo storico-artistico, è del Comune di Imperia, e una parte è della società Imperia Sviluppo, riconducibile alla famiglia Carli.
Ed è proprio su quest’ultima porzione che si è aperto il dibattito.
Tanti progetti dal 2005 ad oggi – la ricostruzione
Nel 2005 viene presentato un SUA che comprende due interventi, uno su parte privata e uno su parte pubblica. L’accordo prevede la cessione, da parte dell’Imperia Sviluppo al Comune di Imperia, di una porzione dell’ex Sairo (sottoposta a vincolo) come anticipazione delle prestazioni legate agli oneri del Sua. Una perizia del Comune stabilisce il valore della porzione ceduta dai privati al Comune in 1 milione e 230 mila euro. L’accordo prevede che se il SUA non verrà approvato entro un termine prestabilito, il Comune dovrà pagare l’intero importo all’Imperia Sviluppo.
Il progetto prevede per la parte privata una residenza turistico-alberghiera, mentre per la parte pubblica un incubatore d’impresa, finanziato da Invitalia. La realizzazione dell’incubatore, però, si blocca per un mancato accordo economico tra Comune (amministrazione Strescino) e Invitalia. Di fatto, si arena così anche il SUA.
Per sbloccare la situazione l’Imperia Sviluppo presenta un secondo progetto che prevede la realizzazione di un villaggio dello sport con ostello (nella porzione di stabile di proprietà del Comune di Imperia) e palestra, oltre a unità residenziali e commerciali, aree verdi e parcheggi. Il progetto passa al vaglio del consiglio comunale (amministrazione Capacci) e ottiene il via libera sotto il profilo dell’interesse pubblico.
Il progetto ottiene successivamente il nulla osta monumentale e il via libera alla demolizione di una porzione della ex Sairo, ma non l’autorizzazione paesaggistica, bloccata dalla Soprintendenza per via di una volumetria ritenuta eccessiva, e si arena nuovamente.
L’Imperia Sviluppo decide così di presentare richiesta al Comune di Imperia di parere preventivo per l’avvio dei lavori di riqualificazione della sola porzione di proprietà dell’ex Sairo (unità residenziali-commerciali, aree verdi e parcheggi), in conformità all’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Imperia su parere favorevole della Soprintendenza. Una richiesta che viene respinta dal Comune di Imperia. Il caso finisce al Tar, a seguito del ricorso dell’Imperia Sviluppo.
Il Tribunale respinge il ricorso della società privata che, a sua volta, presenta un nuovo ricorso, questa volta al Consiglio di Stato.
Nel frattempo il Comune di Imperia elabora un nuovo progetto, per accedere ai fondi del bando “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il progetto comprende anche l’area attualmente di proprietà dell’Imperia Sviluppo, oggetto del contenzioso al Consiglio di Stato.
Il progetto prevede alloggi destinati a edilizia sociale-agevolata, spazi per le attività delle associazioni cittadine, una nuova palestra e un’ampia area verde con pista ciclabile.
Le preoccupazioni riguardano, in particolare, l’effettiva possibilità di risolvere i contenziosi in atto con l’Imperia Sviluppo (Sindaco e Vice Sindaco non hanno escluso il ricorso all’esproprio).
Il ricorso al Tar Liguria dell’Imperia Sviluppo
L’Imperia Sviluppo nell’ottobre 2018 ha presentato al Comune una richiesta di parere preventivo per avviare i lavori sulla porzione di proprietà dell’ex Sairo. L’area di proprietà del Comune, dove era previsto l’ostello, resterebbe esclusa. Il Comune respinge la richiesta, in quanto:
- sotto il profilo paesaggistico, il progetto era già stato assentito con autorizzazione del 21 agosto 2018 estesa all’intero compendio (comprendendo, cioè, anche la porzione di proprietà comunale): l’autorizzazione paesaggistica, quindi, “non può essere trasfusa in un titolo edilizio per una sola parte degli immobili interessati, se anche l’altra proprietà (parte comunale) non viene coinvolta con le necessarie opere di riqualificazione ambientale e ne venga assicurata convenzionalmente l’attuazione”;
- le previste aree a verde pubblico attrezzato e parcheggi non soddisfano lo standard necessario e, comunque, sono insufficienti a garantire la riqualificazione dell’area;
- l’immobile ceduto al Comune “deve essere considerato come centrale anche nel nuovo progetto”, sicché la riqualificazione dello stesso costituisce presupposto imprescindibile per l’assentibilità dell’intervento.
L’Imperia Svilippo ha replicato sostenendo che “il Comune non è legittimato ad imporre qualsiasi prestazione al privato, ma solo quelle inerenti alle opere di urbanizzazione necessarie per soddisfare gli standard urbanistici, nella specie il valore della porzione immobiliare ceduta all’Ente locale, a titolo di anticipazione rispetto alle prestazioni relative alle opere di urbanizzazione previste dallo SUA approvato, risulterebbe già superiore alla monetizzazione degli standard”.
Il riferimento è alla porzione della ex Sairo ceduta dall’Imperia Sviluppo al Comune nel 2005, valutata dal Comune 1.230.000,00 euro. Secondo la società riconducibile alla famiglia Carli un valore superiore a quello delle opere di urbanizzazione necessarie per soddisfare gli standard urbanistici (573.192,82).
Di fatto, secondo l’Imperia Sviluppo il valore dell’immobile ceduto al Comune coprirebbe ogni pretesa economica. In più, il Comune “non avrebbe indicato, con il supporto di congrua motivazione, le opere di urbanizzazione ritenute necessarie”.
Infine, la società privata contesta “la pretesa abnormità dell’onere finanziario impostole, ritenuto tale da rendere svantaggiosa la realizzazione dell’intervento edilizio e disvelare la dissimulata volontà comunale di precludere la riqualificazione dell’immobile onde favorirne la successiva demolizione integrale”.
Contestazioni bocciate dal Tar Liguria, secondo cui :
- L’obbligo di reperimento delle aree a standard costituisce garanzia fondamentale della corretta trasformazione del territorio e, come tale, può essere derogato nel solo caso di materiale impossibilità, totale o parziale, di reperimento degli spazi necessari.
- La monetizzazione non può essere imposta dal privato e, tanto meno, possono ammettersi modalità unilaterali di compensazione, in tesi rappresentate dal mantenimento in capo al Comune di Imperia della porzione immobiliare cedutagli a titolo sostanzialmente gratuito.
- Sebbene la relazione allegata configurasse l’esistenza di “due lotti funzionali distinti facenti capo a proprietà differenti” e “realizzabili in fasi indipendenti”, l’istanza di autorizzazione paesaggistica era stata presentata per entrambi i lotti. Il parere favorevole della Soprintendenza, sulla base del quale è stata rilasciata l’autorizzazione paesaggistica, era fondato sul presupposto di un intervento unitario che, in ragione della riqualificazione della porzione di interesse storico-artistico appartenente al Comune, è stato giudicato compatibile “con le esigenze di valorizzazione di un manufatto che costituisce elemento testimoniale della storia urbana e dell’identità della città di Imperia”. In conseguenza, parte ricorrente non può dolersi della preclusione posta ad un intervento parcellizzato che riguardi la sola porzione di proprietà.
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